Confindustria Cuneo chiede al Governo un risarcimento a favore della Lift Spa per i ritardi sui lavori al Tenda

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Il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, è tornato a scrivere al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio, a proposito dello stato critico in cui stanno precipitando il Cuneese ed il Ponente ligure a causa dei continui ritardi nei lavori di adeguamento del tunnel del Tenda, che da anni procedono con continue ed inspiegabili chiusure notturne.

Nello specifico, evidenziando come questo sciagurato ritardo abbia penalizzato lo sviluppo e l’economia della zona, il numero uno degli industriali cuneesi chiede al ministro un intervento concreto, risolutivo e tempestivo a favore della Lift Spa, la società che gestisce gli impianti di risalita e le attività di turismo, che tra dipendenti e indotto dà lavoro a circa ottocento persone e che ha registrato una riduzione sensibile del fatturato e accusato perdite che pagano gli azionisti.

 

Biraghi ricorda a Del Rio che quella del Tenda è la galleria stradale più vecchia d’Italia, scavata quando persone e merci si muovevano su mezzi a trazione animale: “Nonostante il vorticoso progresso nei trasporti non si è posto mano al traforo fino alla fine del 2013, quando è stato affidato il cantiere all’impresa appaltatrice. In questo periodo la strada è stata chiusa quasi tutte le notti e, a causa di un semaforo a senso unico alternato con cadenza 15 minuti di verde e 60 minuti di rosso, acceso anche quando i lavori sono fermi, provocano code di ore che scoraggiano anche i più fedeli turisti liguri e francesi che così hanno disertato e diserteranno gli impianti di risalita di Limone Piemonte”.

 

“Questo sciagurato ritardo ha penalizzato lo sviluppo e l’economia della zona – continua -. L’inizio dei lavori è stato accolto con entusiasmo, tutti erano consapevoli che sarebbero andati incontro a qualche disagio, malgrado l’Anas Piemonte, nel comunicato stampa del 28 novembre 2013, aveva assicurato che il progetto (articolato sullo scavo di una seconda canna) non avrebbe creato ripercussioni sulla viabilità. Invece ci sono state molte e ripetute chiusure diurne a singhiozzo e soprattutto continui fermi notturni. Una situazione che ha provocato uno stato di grave sofferenza alle imprese, che quando accumulano bilanci in rosso devono chiudere, lasciando per strada i dipendenti”.

 

“È ovvio, qualcuno ha sbagliato. Da noi, ma penso anche dalle sue parti, si dice che chi sbaglia paga. Ma qui stanno pagando solo le famiglie e le imprese, le sembra giusto? – chiede a Del Rio – Le sembra onesto? Dove troverebbero sostentamento ottocento famiglie in una valle già penalizzata? E che dire del vertiginoso aumento dei costi per le imprese di trasporto e degli albergatori? Non sente, in coscienza, il dovere di intervenire per limitare il deterioramento economico e risarcire in modo congruo ed immediato, almeno la società degli impianti di risalita, che come detto genera ricchezza per tutti? D’altronde, la strada è di competenza del suo ministero, che ne ha la responsabilità oggettiva”.