L’importanza dei temi in discussione e il prestigio dei relatori hanno riempito la Sala della cantina Terre da Vino di Barolo – almeno 150 le autorità e gli operatori del settore presenti – per il convegno “La vitivinicoltura del futuro tra promozione e telematizzazione”, organizzato dalla società di servizi Sevinovà e dalla Vignaioli Piemontesi e moderato dal giornalista Raffaele Minervini.
Dopo i saluti del sindaco della cittadina, Renata Bianco, la quale ha sottolineato la necessità di tutelare il territorio diventato patrimonio Unesco, ma anche di dare ascolto agli imprenditori del settore, l’onorevole Mino Taricco, componente della Commissione Agricoltura della Camera e vicepresidente della Commissione bicamerale per la Semplificazione, ha spiegato la situazione legislativa che attualmente interessa il comparto. In particolare il tema del Testo Unico del vino, che raccoglie in un solo documento, tutti i precedenti provvedimenti, semplificando l’attività degli imprenditori. “E’ stato un lavoro straordinario – ha detto – che ci auguriamo entri in vigore definitivamente prima della prossima vendemmia. Un percorso innovativo capace di dare gli strumenti necessari, insieme alla promozione, per un ulteriore sviluppo del settore. Infatti, in Italia, l’export, del sistema vino vale 5,6 miliardi di euro di fatturato, di cui il miliardo del Piemonte è in gran parte riconducibile al territorio di Langhe e Roero. In visione prospettica, però, dobbiamo ancora migliorarci”.
E proprio sulla promozione Ocm (Organizzazione comune mercato) vino nei Paesi stranieri, finanziata con fondi europei e il cui regolamento diventerà operativo a fine giugno, ha incentrato l’intervento Emilio Gatto: direttore generale per la Promozione della qualità agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole. “Si lavora – ha sottolineato – su tre fronti: progetti nazionali per imprese più strutturate; multiregionali e regionali per quelle medie e piccole. Con due obiettivi: dare a tutte le aziende italiane degli sbocchi sui possibili mercati di vendita attraverso criteri di omogeneità, seppure modellati in base ai diversi territori regionali, ma nell’assoluto e pieno rispetto delle normative comunitarie”.
Stefano Antonio Sernia, direttore dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), accompagnato dal collaboratore, Maurizio Piomponi, ha parlato sempre di promozione, ricordando che l’Agea coordina l’attività di presentazione delle domande e poi paga i contributi ottenuti dalle aziende. “Siamo – ha affermato – l’anello finale di un percorso amministrativo che cerchiamo di sveltire il più possibile, essendo consapevoli che le risorse costituiscono un polmone fondamentale per le attività del settore. Nel 2015-2016 abbiamo erogato per l’Ocm 337 milioni di euro, di cui 23.878 milioni in Piemonte: terza Regione per contributi dopo Sicilia e Puglia. Solo per la promozione verso i Paesi stranieri l’importo distribuito sul territorio nazionale è stato di 92 milioni di euro, dei quali 9,788 in Piemonte: anche in questo caso al terzo posto dietro a Veneto e Toscana. Nel nuovo regolamento la richiesta minima di contributo è stata abbassata da 100 a 50 mila euro, così da favorire le realtà produttive più piccole, mentre l’importo massimo richiedibile è di 3 milioni di euro. Per l’annata 2016-2017 intendiamo iniziare a pagare gli anticipi dei contributi dopo la seconda metà di ottobre”.
L’altra questione in ballo nel convegno era rappresentata dalle tante novità in materia di tenuta dei registri di cantina, di cui ha relazionato Oreste Gerini: direttore generale dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. “Il passaggio – ha spiegato – dal cartaceo all’on line sta preoccupando molti operatori del settore. In realtà si tratta di una semplificazione epocale in quanto, attraverso un unico registro informatico, si risparmiano tempo e soldi per le vidimazioni necessarie in precedenza. Bisogna solo cambiare l’approccio culturale nei confronti del nuovo sistema. In un’ottica di modernità e trasparenza. Noi possiamo controllare subito e più agevolmente e le aziende hanno sempre chiara la loro situazione produttiva e l’efficienza gestionale del lavoro svolto”.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, dopo aver puntualizzato la necessità di mantenere l’equilibrio promozionale del settore tra le varie Regioni, ha posto l’accento sull’informatizzazione: “Abbiamo reso disponibili 200 milioni di euro per avere la banda larga nell’intero territorio piemontese, perché tutte le cascine, anche quelle nei posti più lontani dalle città, possano avere un accesso decoroso a Internet. Ma i soldi non vanno poi spesi per asfaltare le strade”.
Le conclusioni del convegno le ha tratte il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero: “Oggi non si vende un vino, ma l’emozione di un prodotto legato a ciò che evoca: quindi la grandezza di un territorio. Come nel caso di questo meraviglioso paesaggio della nostra provincia. L’Ocm deve diventare sempre di più uno strumento partecipato, per rendere il settore vitivinicolo maggiormente solido e produttivo. Nell’ottica della qualità. Tuttavia, non bisogna dormire sugli allori perché se non si attua la giusta promozione, nel mondo globale si viene subito scavalcati da altri. Il Testo Unico del vino e il registro telematizzato sono operazioni che semplificano il lavoro degli operatori introducendo la chiarezza e la trasparenza. E, poi, sull’export serve un modello aggregativo delle imprese, altrimenti non c’è possibilità di sviluppo e di crescita. Con il tempo siete diventati grandi, ma nel mondo il territorio che rappresentate è piccolissimo: per questo motivo vi chiedo lo sforzo di presentarvi il più possibile uniti”.