Nell’aprile dello scorso anno, la Giunta Chiamparino aveva approvato la delibera “Pianificazione economico-finanziaria e definizione delle regole del Sistema Sanitario piemontese in materia di assistenza alle persone anziane non autosufficienti con decorrenza dall’esercizio 2015”.
Un tassello fondamentale della rete di assistenza territoriale che avviava il potenziamento dei servizi riguardanti la residenzialità attraverso un rilevante incremento delle risorse – 15 milioni di euro in più all’anno su un budget complessivo di 265 milioni all’anno – e una maggiore flessibilità dell’offerta messa in campo.
Nel concreto, le persone anziane non autosufficienti e le loro famiglie, a parità di condizioni di bisogno, potevano scegliere il posto e la forma di assistenza. Questa settimana la Giunta regionale, su proposta, come allora, degli assessori alla Sanità, Antonio Saitta, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, ha dato l’ok alla sperimentazione dell’iniziativa chiamata “Progetto residenziale Rsa aperte”. La rivoluzione adottata dalla Regione consentirà ad almeno 2000 ultrasessantacinquenni piemontesi di essere curati a casa con assistenza domiciliare infermieristica garantita dal personale delle strutture sanitarie di assistenza, anziché essere ricoverati nelle stesse Rsa.
Gli anziani devono essere riconosciuti dall’Unità di valutazione geriatrica come destinatari di un progetto residenziale. Se, però, presentano condizioni socio-sanitarie non troppo gravi è possibile, almeno per un periodo temporaneo, sostituire la loro accoglienza in una residenza con azioni sanitarie prestate a domicilio. L’offerta prevede che le strutture aderenti forniscano interventi flessibili di infermieristica, fisioterapia e logopedia e di assistenza tutelare da parte degli operatori socio-sanitari (Oss). Il progetto interesserà almeno 300 figure professionali, delle quali alcune di nuova assunzione. L’intervento durerà fino al 31 dicembre 2018 e le direzioni Sanità e Politiche sociali lo monitoreranno costantemente per valutarne i benefici anche in rapporto al budget reso disponibile.
“Quando, per 10 anni, ho guidato l’amministrazione comunale del capoluogo della “Granda” – sottolinea l’assessore regionale cuneese, Alberto Valmaggia – abbiamo realizzato molti interventi nel settore socio-assistenziale, consapevoli che, in una comunità, vanno, innanzitutto, aiutate, le persone più fragili. Cercando di non lasciare nessuno indietro. Ringrazio, perciò, i colleghi Saitta e Ferrari di aver costruito, con molta sensibilità, questo nuovo progetto capace di garantire agli anziani un percorso nuovo e flessibile di assistenza, restando insieme alle loro famiglie e senza sentirsi strappati alle abitudini di una vita”.