“Voglio ringraziarvi, con il vostro gesto avete dato speranza a tutti i lavoratori, avete fatto capire che si può lottare e anche vincere“: queste significative parole, rivolte dalla segretaria provinciale Cgil Fiom Barbara Tibaldi ai sei lavoratori della Bottero reintegrati in azienda dopo la sentenza del tribunale di Cuneo, fotografano al meglio lo stato d’animo di chi ha vissuto al loro fianco questi difficili mesi, e che adesso può festeggiare per il risultato raggiunto.
“E’ una giornata importante, siamo orgogliosi“, così Davide Masera, segretario di Cgil Cuneo, ha aperto la conferenza stampa convocata nella sede cuneese del sindacato per illustrare nei dettagli le motivazioni della sentenza, che affonda le proprie radici nella decisione di quasi un anno fa della Bottero di licenziare 72 dipendenti. “Noi in quella situazione abbiamo cercato e proposto soluzioni, ma nessuna è stata presa in considerazione dall’azienda, che ci ha inviato l’elenco con i nomi dei lavoratori da licenziare – ha spiegato ancora Masera -. Ma hanno commesso degli errori, non hanno applicato nella maniera corretta alcuni criteri“.
Di quei 72 lavoratori compresi nell’elenco dei licenziamenti, solo 6 hanno deciso di dire no: “L’azienda offriva loro un incentivo di alcune migliaia di euro – ha detto Barbara Tibaldi, segretaria provinciale Fiom – minacciando in maniera più o meno velata che comunque sarebbero stati licenziati. Loro 6 hanno detto di no, hanno avuto coraggio e hanno lottato”. Tra loro due disabili e due delegati sindacali: “La Bottero con il suo comportamento ha lanciato chiaramente dei segnali, cioè che andava licenziato chi è più debole e fragile e chi rompe le scatole – ha proseguito la Tibaldi -. Grazie alla legge, che per fortuna tutela ancora queste situazioni, siamo arrivati a questo risultato, un risultato netto, un 6-0 che fa capire che le aziende prima di agire con barbarie e senza etica devono pensarci bene. Non possono continuare a fare così: assumono queste persone grazie a sgravi, ma poi quei lavoratori, i più fragili, sono i primi ad essere licenziati: bisogna denunciare questo fatto e pretendere il rispetto della legge, per questo sono felice e ringrazio profondamente questi sei lavoratori“.
Loro, i sei protagonisti di questa vicenda, erano presenti alla conferenza stampa: sono Elena Serrao, Elio Fiorino, David Bertaina, Ezio Quaranta, Diego Pellegrino e Roberto Olmo; quest’ultimo ha preso la parola, ponendo l’attenzione su quei lavoratori che invece hanno deciso di andare via: “Si sono pentiti della loro scelta, hanno perso il lavoro e stanno vivendo situazioni difficili: per questo ci siamo trovati spesso per vedere come poterli aiutare, per alleviare la loro sofferenza. La nostra scelta è stata giusta, spero che ora Bottero possa capire umanamente quello che è meglio fare. Noi andremo avanti fino alla fine, anche in Cassazione“. Già, perché l’azienda ha annunciato di voler proseguire nell’iter giudiziario, chiedendo la revisione del processo.
Intanto, quello che conta è che i sei lavoratori siano stati reintegrati, anche se per tornare a lavorare dovranno attendere una comunicazione dell’azienda, che potrebbe anche stipendiarli senza però farli lavorare. “Ci sono tutte le possibilità per farli rientrare – ha detto Masera -, giocare sulla pelle della gente non è bello”. Decisamente più diretta Barbara Tibaldi: “Se dovessero decidere di non far più varcare loro i cancelli dell’azienda? Sarebbe la prova che i motivi del licenziamento erano discriminatori“.
GDS