Perché i medici sbagliano? Perché l’errore in medicina è considerato un taboo? Come creare un sistema in cui sia possibile imparare dagli errori e discuterne senza sensi di colpa?
Queste domande, su argomenti di particolare importanza per tutti i sistemi sanitari nazionali e che sono state protagoniste di un articolo del British Medical Journal, una delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali, sono state oggetto della seconda edizione del corso Mountain Medical School che si è svolto quest’anno dal 19 al 21 maggio, a Camoglieres in Valle Maira nella provincia di Cuneo.
L’evento, rivolto a giovani medici e promosso in collaborazione con le Sezioni regionali della Società Italiana di medicina Interna e della Società Italiana di medicina d’Urgenza, ha scelto per questa importante occasione, la splendida cornice della Locanda del Silenzio di Camoglieres per una tre giorni di studio e confronto, ma c’è stato anche il tempo di godersi la magia della valle e dei suoi sentieri fioriti.
Ma vediamo nel dettaglio su cosa si sono confrontati i 35 medici presenti all’incontro in valle Maira. In primis, sulla questione dell’errore medico con particolare attenzione ad ambiti abitualmente poco discussi quali il fine vita, la complessità ed il ragionamento clinico. In un sistema dove le conoscenze raddoppiano ogni due anni ed in cui l’imprevedibilità e la complessità aumentano progressivamente, l’errore medico può diventare più difficile da ridurre. Le soluzioni non sono il silenzio o la colpevolizzazione di chi sbaglia – come hanno spiegato i relatori durante le sessioni d’incontro – ma una cultura medica ridefinita ed improntata sulla discussione e sulla possibilità di imparare dagli sbagli oltre ad un continuo aggiornamento scientifico e culturale. Centrali al dibattito che si è svolto presso la sala convegni della Locanda, sono state due letture magistrali tenute rispettivamente dalla dottoressa Elisabetta Castagna di Medici senza Frontiere sulla propria esperienza in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola e dalla Guida alpina e Tecnico di soccorso alpino Sergio Rossi sull’errore come causa di incidente nella pratica dell’alpinismo.
Queste sono solo alcune delle conclusioni emerse dal confronto tra i giovani medici provenienti dalle varie realtà ospedaliere ed universitarie del Piemonte e della Liguria. L’evento, non sponsorizzato e completamente indipendente, ha visto inoltre, la partecipazione del professor Massimo Porta, direttore della Scuola di specializzazione in medicina Interna dell’Università di Torino, dei referenti della Società italiana di medicina Interna, il professore Roberto Franceschini di Rapallo, il dottore Luigi Fenoglio, direttore della S. C di medicina interna dell’A.O. Santa Croce e Carle di Cuneo e il dottore Franco Aprà, della Società Italiana di medicina d’Urgenza.