Presentata oggi al Ministro della Giustizia un’interrogazione per chiarire la situazione della Casa Circondariale Giuseppe Montalto di Alba, chiusa dal mese di gennaio 2016 a causa di un’epidemia di legionellosi.
Primo firmatario il deputato Pd Mino Taricco, insieme ai colleghi Giuseppe Romanini, Maria Amato, Francesco Prina e Nicodemo Nazzareno.
Chiarisce Mino Taricco: «Il carcere si trova tutt’ora in stato di chiusura e, nonostante le numerose interlocuzioni verbali intraprese a vari livelli, non vi sono ancora state dichiarazioni ufficiali chiare sul progetto di rispristino della struttura, e non ci sono informazioni concrete e puntuali sulle modalità e sui tempi dell’intervento, così come sulla reale entità dell’investimento necessario».
In occasione dell’epidemia che ha causato il ricovero di alcuni detenuti, l’Amministrazione Penitenziaria ha agito tempestivamente e, nel giro di pochi giorni, oltre 120 detenuti della struttura sono stati trasferiti in altri istituti, sulla base della territorialità della pena. Inoltre, il Sindaco di Alba, a tutela della salute pubblica, aveva disposto “la sospensione immediata dell’erogazione di acqua calda sanitaria e la bonifica dell’impianto idrico con prodotti disinfettanti o trattamento termico in attesa della modifica radicale”.
«Il problema – continua Taricco – nasce dal fatto che questi mesi di chiusura rischiano di generare un processo di erosione del capitale sociale e umano che la comunità albese ha costruito intorno al “suo” carcere: i volontari attivi all’interno dell’istituto hanno sospeso le attività ed è venuta meno la disponibilità di soggetti privati e del Terzo Settore di investire in percorsi lavorativi e di formazione. Inoltre, è emerso che ben pochi dei detenuti di Alba stanno proseguendo i propri percorsi formativi e lavorativi, benché, in una lettera del 7 gennaio u.s. sottoscritta dal Garante comunale dei diritti dei detenuti di Alba, insieme al Garante Regionale, fosse stata espressamente richiesta particolare tutela di questo aspetto, in quanto parte fondante del percorso di rieducazione volto al reinserimento sociale dei detenuti. Si aggiunga poi, il disagio vissuto da buona parte del personale per le incertezze sul luogo di lavoro, sommato alle voci preoccupanti che giungono da ambienti sindacali della Polizia Penitenziaria».
Lo scorso febbraio, in occasione del question time proposto in Parlamento, il Ministero ha rassicurato gli interroganti specificando che le “competenti articolazioni ministeriali” stavano seguendo lo studio e l’elaborazione di progetti di ristrutturazione e adeguamento con relative soluzioni di intervento. A marzo si è parlato di uno stanziamento da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di circa 2 milioni di euro, ma nessuna informazione né sviluppo è seguito a questo dato. «Ad oggi – conclude Taricco – il protrarsi della chiusura, insieme alla mancanza di informazioni e comunicazioni puntuali, l’assenza di una prospettiva, né ufficiale né informale, sullo sviluppo del progetto accennato, sulle valutazioni delle risorse e sui tempi, hanno comprensibilmente generato apprensione in tutti i soggetti coinvolti, oltreché innescato un processo di erosione del percorso comunitario costruito negli anni dalla comunità albese intorno al proprio carcere. Così, abbiamo chiesto che il ministro interrogato valuti le opportune azioni volte a chiarire la vicenda, per poter dare risposte concrete ai soggetti coinvolti, detenuti, agenti, educatori e volontari, con specifiche informazioni su quale sia il progetto citato, sulle risorse da stanziare, sulle modalità di attuazione, sulle tempistiche di realizzazione e così via, in un dettaglio che permetta di inquadrare una situazione che risulta preoccupante, in quanto ad oggi priva di chiarezza».
Obiettivo dell’interrogazione è che la Città di Alba veda riaperto e riattivato in tempi brevi un carcere moderno e sicuro per tutti gli operatori, riannodando così il filo di attività e percorsi messi in atto negli anni, che tanto di buono hanno generato sul territorio e per la comunità locale.