Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione da un lettore di Bra che esprime un’opinione sulla tanto dibattuta revisione costituzionale e sul conseguente referendum di ottobre.
“Le ragioni del Si e del NO.
Ho seguito su IDEA le motivazioni esposte da un comitato per il SI al referendum costituzionale e la risposta del NO. Le ragioni del Si sono le stesse esposte, naturalmente senza contraddittorio, da Renzi e dalla sua amica Boschi in alcuni interventi televisivi e conferenze. Ad un esame obiettivo mi sembrano delle affermazioni infondate. Rispondendo punto per punto alle affermazioni del SI vorrei una risposta onesta sui punti del SI:
Punto primo. E’ vero che le due camere con gli stessi compiti ed eletti dallo stesso elettorato, salvo una minima differenza di età, sono uno dei punti che squalificano la nostra costituzione, ma vorrei sapere in quante ore, ore non giorni, è stata approvata la legge che ha consentito ai partiti di incassare il finanziamento pubblico violando una precedente legge e non dimentichiamolo ignorando la volontà popolare che la nostra “splendida” costituzione ha permesso di calpestare. La lentezza del processo legislativo dipende dalla ignavia dei parlamentari e dalla mancanza di norme cogenti e vincolanti sui lavori. Di queste non vi è traccia nelle proposte.
Punto secondo. Renzi aveva promesso di abolire il senato e ridurre a 350 il numero dei deputati. Abolire significa far uscire tutti, chiudere i portoni e gettare la chiave nel Tevere. Della riduzione del numero dei deputati si è persa traccia. I costi del senato resteranno invariati ed anche senza indennità i senatori avranno diritto a rimborsi spesa per alberghi, viaggi, vitto eccetera. E noi sappiamo come vanno queste cose. Economicamente tutto come prima se non peggio.
Punto terzo. Vengono stabiliti percorsi legislativi diversi a seconda del tipo di provvedimento il cui unico risultato sarà di renderne sempre più farraginoso l’iter parlamentare.
Quarto punto. L’affermazione di tempi certi per l’esame delle proposte di iniziativa popolare è una vera bufala come la stabilità dei governi non garantita ma sempre condizionata dai cambi di casacca dei parlamentari, consentita da quel meraviglioso articolo 67 della costituzione, articolo in totale contrasto con il principio fondamentale della democrazia rappresentativa. Un esame serio delle modifiche proposte dà l’impressione di una totale mancanza di idee chiare negli estensori e di un risultato opposto a quelli sbandierati, come nei rapporti Stato – Regioni. Il discorso su tutte le carenze attuali della nostra costituzione è molto lungo, ben altri sarebbero i punti da modificare non ultimo quello sciagurato articolo 69: “Voi parlamentari stabilite liberamente voi stessi il vostro stipendio” e le fumose norme sui partiti, sui sindacati, sugli interventi della Corte Costituzionale e sui poteri delle regioni. Ma a squalificare completamente le attuali proposte di modifica bastano le affermazione del giurista ed ex ministro Bassanini che afferma:” …così come la costituzione è stata scritta con un generale consenso essa va ammodernata ma sulla base di una vera condivisione tra maggioranza ed opposizione” ed ancora: “ Nelle grandi democrazie le modifiche costituzionali vanno concordate tra maggioranza ed opposizione e mai sostenute dalla sola maggioranza.” Più chiaro di così?
Gianni Carnevale”
Redazione Ideawebtv.it