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Aurelia della Torre riconfermata nel Consiglio Nazionale di Terziario Donna-Confcommercio

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Aurelia della Torre, appena riconfermata per il prossimo quinquennio nel Consiglio Nazionale di Terziario Donna-Confcommercio, tiene ad esprimere alcune considerazioni sul “terzo forum di Terziario Donna – Confcommercio”, svoltosi a Roma con la partecipazione di significativi rappresentanti delle istituzioni: la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, con delega alla Famiglia Enrico Costa.

“Il titolo dell’evento è “Donne motore della ripresa” – dice Aurelia Della Torre – perché noi del Terziario Donna, siamo una parte significativa di quelle 820.000 imprese presenti nel commercio, ma anche nei servizi, nel turismo, nei trasporti, nella logistica e nelle libere professioni: nei nostri settori un’impresa su 3 è gestita da una donna.”

Il Terziario Donna, all’interno di Confcommercio assolve, oltre alla funzione di sostegno sindacale e di promozione dell’imprenditoria femminile, anche quella di sostegno del movimento di opinione che punta alla maggior presenza di donne nei luoghi decisionali della politica e dell’economia, al fine di rendere più vicino l’obiettivo della parità democratica, intesa come eguale distribuzione dei poteri fra donne e uomini, il cui fondamento sta nei principi sanciti dagli art. 3 e 35 della nostra Costituzione: non è un tema che “riguarda le donne” o “per le donne”, ma è un principio di democrazia che riguarda tutti.

“Per noi non si tratta di rivendicazione di genere – sottolinea ancora Aurelia Della Torre – ma di una strategia politico-economica, come evidenzia il titolo del forum: “Donne motore della ripresa, protagoniste ed interpreti del cambiamento”: oggi nel privato, nella politica, nella nostra stessa Confederazione, non siamo più…………ma non siamo ancora……………”, ha sostenuto con forza la Presidente Nazionale Patrizia di Dio.”

Poiché il nostro paese non offre adeguate politiche familiari e di welfare, né adeguati servizi di conciliazione famiglia-lavoro, abbiamo pensato ad un’azione concreta, attraverso una proposta di legge che, nelle ultime due leggi di stabilità, si è tramutata in emendamento, ma non ha trovato adeguato sostegno: si tratta della “deducibilità fiscale” delle spese sostenute dalle famiglie per l’aiuto domestico, nell’ambito di un discorso volto alla promozione ed all’incremento di partecipazione delle donne alla crescita e per favorire la ripresa economica del paese.

Occorre dare centralità alla cosiddetta “agenda donne” che non trova concreta attuazione adducendo come giustificazione i vincoli di bilancio. Per altri scopi, non altrettanto virtuosi, le risorse si sono però trovate e l’”agenda donne” rimane inattuata contro le stesse raccomandazioni UE.

Sostenere la conciliazione e, per il suo tramite, l’occupazione femminile sarebbe per l’Italia solo un costo apparente perché, al contrario di tanti altri costi, rappresenta un enorme investimento sul futuro. Il lavoro delle donne accresce la prosperità e, con il tempo, crea nuovi posti di lavoro.

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