“Tutti noi ormai conosciamo i danni psichici che comporta uno stupro, un aborto, un lutto o anche semplicemente la perdita del lavoro”. – E’ quanto dichiara il deputato Eleonora Bechis –
“Ci troviamo davanti a persone racchiuse nel proprio silenzio, spesso votate al suicidio o in casi estremi alla strage.
Le conseguenze di queste situazioni di forte stress e traumi non sono mai positive. Le persone sono assalite da ricordi che, annidati nella mente, iniziano a distruggere la psiche di un soggetto. È di pochi giorni fa la triste notizia dell’attentato a Monaco di Baviera orchestrato da un giovane che ha trovato nella violenza cieca e nell’autodistruzione lo sfogo finale dei suoi disagi psichici.
Una storia triste a cui purtroppo ci stiamo abituando. Ma proviamo a immaginare la situazione psichica di chi fugge dal proprio paese in guerra e percorre un viaggio di mesi tra mare e deserto.
Ogni giorno in Italia sbarcano persone provenienti da paesi in guerra, che durante il loro viaggio subiscono violenze di ogni tipo e si confrontano costantemente con la morte. Tutto ciò provoca la nascita di disagi psichici impressionanti.
È questo il contenuto del rapporto “Traumi Ignorati”, presentato da Medici Senza Frontiere, che denuncia la presenza massiccia di disagio mentale tra i migranti. In particolare si riscontrano numerosissimi casi di psicosi, depressione, disturbi post traumatici da stress, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia.
La conclusione del viaggio e l’approdo in Italia non è la fine dei problemi per chi è afflitto da questi disagi mentali. Anzi, la conclusione della parte più traumatica dell’esperienza è il momento in cui esplodono i disturbi. Il sistema di accoglienza nel nostro paese non è in grado di far fronte ad un fenomeno così vasto e delicato, per non parlare poi di quei migranti che sono completamente esclusi dal circuito dell’accoglienza. A questo va aggiunto il contesto di isolamento, la mancanza di prospettive, e casi di ordinario razzismo che peggiorano drasticamente la loro situazione.
Pensiamo ad esempio al caso di Chinyere, la moglie di Emmanuel il ragazzo ucciso a Fermo, questa donna ha perso i propri parenti nel suo paese a causa dei terroristi, durante il viaggio verso l’Europa ha subito ogni tipo di violenza e umiliazione, durante la traversata del mare ha avuto un aborto, per concludere questa parabola del dolore con la perdita del marito.
Stiamo creando degli zombie, dei corpi che si aggirano in tutta Europa con una psiche completamente devastata. Abbiamo innescato una bomba sociale di dimensioni impressionanti, che minaccia la sicurezza e complica i processi di integrazione. L’Italia, l’Europa e tutto l’occidente sono davvero così miopi da non rendersene conto?
È necessario ripensare completamente il sistema di accoglienza italiano e dare spazio al trattamento dei disagi mentali specificamente collegati al fenomeno migratorio. Al momento la situazione vede in campo psicologi non preparati ad affrontare il fenomeno che propongono protocolli di cura inadatti e quindi inefficaci. Servono figure specializzate in psicologia transculturale, ma soprattutto è indispensabile aumentare in misura notevole la presenza dei mediatori culturali, unico anello che permette di instaurare un contatto tra paese ospitante e migrante.
Dobbiamo smettere di guardare all’immigrazione come a numeri che si spostano tra i continenti. Se vogliamo governare il processo migratorio dobbiamo iniziare a restituire dignità alle persone che sbarcano sulle nostre coste”.