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“La linea d’ombra”, esposizione ad agosto a Palazzo Samone di Cuneo

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Il 04 agosto 2016 nelle Sale di Palazzo Samone, in Via A. Rossi 4, a Cuneo verrà allestita la Mostra “La linea d’ombra”. Inaugurazione giovedì 04 agosto alle ore 18.00. L’esposizione nell’ambito del “Progetto HAR”, “La linea d’ombra”, continua sin al 24 agosto, il giovedì e venerdì dalle 16,30 alle 19,30, il sabato e la domenica anche dalle 10,30 alle 12,30.

Si tratta di iniziativa dei noti Cesare Botto (una delle firme ormai storiche della pittura contemporanea cuneese) e Ober Bondi (fotografo), di “photopaint”, pittura su fotografia.
Due sale introduttive sono riservate agli artisti separatamente. Il loro incontro avviene negli altri due locali, con gli intensi scatti di Bondi, in bianco e nero (scorci e ritratti), sottolineati dai vivaci colori degli interventi pittori di Botto (artista che si concede anche una personale, da mercoledì prossimo, a Demonte, in Palazzo Borelli), fatti su vetri posti come sorta di bacheca sopra le immagini.
Curato e delicato è il piccolo catalogo dell’iniziativa (“omaggio a Joseph Konrad”), con introduzione dell’assessore Alessandro Spedale, riproduzione di alcune opere, autopresentazione dei due protagonisti, analisi di Irene Botto e del giovane critico Roberto Cavallera , poesie di Lucia Norbiato.

Joseph Konrad scrisse all’eta’ di sessant’anni “La linea d’ombra”, il romanzo di formazione che narra del primo viaggio intrapreso per mare da un giovane in qualità di capitano. Il protagonista compie, nel superare le insidie che gli si oppongono, una sorta di svelamento dell’anima, che evolve di pari passo al progredire del suo percorso di vita.

Si può leggere come allegoria applicabile in forma di sottile e sfumato confine che divide la giovinezza dalla maturità di ogni vita umana, ma, in realtà, priva di condizionamento alcuno circa l’età anagrafica, per il continuo rinnovarsi di eventi che ripropongono una nuova “linea d’ombra” ad ogni svolta.
“oltrepassata apparentemente la linea d’ombra, la certezza che in fondo non si finisce mai di affrontare le proprie debolezze e insicurezze, ma si può solo imparare a convivere con esse”.

Cesare Botto e Ober Bondi presentano qui, con il progetto Photopaint, un’emozionante trasposizione artistica di un concetto così profondamente umano.
Il gioco si svolge in quattro tempi.
Quello dello scatto fotografico, con il suo carico concettuale che si dibatte tra la cristallizzazione di un momento realmente accaduto, quindi oggettivo, e l’esigenza di comunicare l’emozione che ha stimolato lo scatto, quindi soggettiva.
Il secondo tempo è racchiuso nell’intervento pittorico, gesto e materia che si affiancano nell’interpretazione del pensiero precedente, rielaborandolo.
Il terzo momento si formula nell’accostare in modo armonico le varie parti, nel racchiuderle in una teca, per custodirle in modo tale da lasciare tra loro un respiro, da preservarne l’individualità.

Lo spettatore è chiamato a essere il quarto momento, in qualità di attore vivo e partecipativo. Infatti è il gioco dello spostare, in senso fisico, il proprio punto di vista che permette la lettura della linea d’ombra. Ognuno può rappresentare, a modo proprio, la distanza che nella teca l’ombra propone e viverne di conseguenza una diversa visione, una differente emozione.
“perché è noto che se uno trae piacere da un’opera d’arte è perché la crea dentro di sé, la ricrea e si ricrea con lei”

Il progetto artistico Photopaint ripropone in modo sottile il quesito universale del rapporto tra il soggetto e la società, tra la poesia e la storia, tra l’individuo e le responsabilità. Argomenti perenni, attuali, tragici.

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