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Cervasca: sul “suo” campo di Santa Croce l’ultimo, commovente saluto a Federico “Fefu” Mina| In tanti hanno partecipato al funerale del 25enne trovato domenica senza vita nella sua abitazione

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Lo hanno salutato per l’ultima volta come lui avrebbe preferito: in un campo da calcio, nel suo campo da calcio, quello di Santa Croce di Cervasca, dove scendeva in campo insieme ai suoi compagni del Sandeboys. Federico Mina, 25 anni, per tutti “Fefu”, trovato domenica sera senza vita nella sua casa di San Defendente dalla sorella, è stato salutato così da parenti, amici, compagni di squadra e conoscenti.

 

Lo hanno voluto i familiari, la madre e la sorella, che conoscevano il suo grande amore per il calcio. Circa 500 persone si sono così ritrovate oggi pomeriggio, mercoledì 24 agosto, al campo sportivo di Santa Croce di Cervasca: alcuni si sono sistemati in tribuna, riempendola, altri sul prato. Il feretro di Fefu è stato portato dai suoi compagni di squadra, tutti con indosso la maglia da gioco, proprio al centro del rettangolo verde, accompagnato dalle note della canzone “See you again” di Wiz Khalifa. Difficile trattenere la commozione per chi conosceva questo ragazzo di 25 anni che amici e parenti hanno provato a descrivere e a ricordare, tra singhiozzi e pianti.

 

Per primo ha preso la parola Aldo Reynaudo, l’allenatore dei Sandeboys, la squadra in cui Federico Mina giocava. Di più: “Era il nostro capitano – ha detto -. E sappiamo che il capitano non è il giocatore migliore, ma l’uomo migliore, e lui era l’uomo migliore. Le pagelle firmate dal capitano dopo ogni partita erano sempre attese da tutti, in poche righe sapeva strapparci un sorriso e farci riflettere. Quando abbiamo saputo siamo corsi tutti dal capitano: nessuno voleva abbandonarlo. Per un giocatore è importante vincere, ma soprattutto giocare tutti i minuti di una partita. Lui con noi ha giocato solo un tempo, ma l’ha giocato alla grande. Come si dice, ha fatto un partitone: e noi, come si fa per un campione che esce anzitempo dal campo, siamo qui a tributare un grande applauso al nostro capitano“.

 

E’ stata poi la volta degli amici, che ne hanno ricordato la spensieratezza e la grande capacità di far sempre divertire tutti: “Eri il nostro cantastorie, ci facevi divertire, ma eri sempre presente e disponibile. Continuerai ad essere la nostra guida, sempre”. Toccante il momento in cui a prendere la parola è stata la sorella minore Floriana, che con lui dovette soffrire per la perdita del padre, morto per un infarto 10 anni fa: “Avevamo un rapporto particolare, tra litigi e abbracci, ma solo noi sappiamo cosa abbiamo passato – ha detto -. I tuoi tatuaggi ti rappresentano al meglio: il primo lo hai dedicato a papà, il secondo lo hai fatto insieme ai tuoi amici, che non hai idea di quanto ti vogliano bene, il terzo riguarda il calcio. Ora tu e papà potrete tornare a giocare insieme“.

 

Infine la mamma Laura Venezia, insegnante di inglese al Bonelli di Cuneo, che ha spiegato di aver voluto dare l’ultimo saluto a Fefu proprio lì perché quello era il suo campo, non uno qualsiasi, ma il luogo dove si esprimeva e si divertiva, dando tutto. “Nel calcio, che lui amava tanto, il risultato è sempre incerto – ha poi aggiunto -. Lui la sua partita con la vita l’ha giocata bene: è sempre stato onesto, leale, sensibile, allegro e positivo. Dobbiamo immaginarlo qui, su questo campo, mentre corre, dribbla e segna un gol da campione, il suo gol migliore, e lo dedica a noi. Spesso mi chiedeva se avessi bisogno di qualcosa: ecco, io e tutti noi ora abbiamo bisogno di sentirti sempre fra noi, di sentire il tuo sorriso contagioso“.

 

Gabriele Destefanis

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