I Partigiani del Vino, Omar Pedrini e Bella Ciao hanno chiuso con il botto Attraverso Festival a Barbaresco

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Prelibattezze locali da degustare accompagnate da un bicchiere di Barbaresco, le note sbilenche della Bandakadabra, i racconti dei Narratori del Vino, un’accesa conferenza dei “partigiani del vino” orchestrata da Oscar Farinetti, il folk revival riproposto attraverso lo spettacolo Bella Ciao e un concertino intimo di Omar Pedrini.

Si è concluso così, tra gli angoli più belli di Barbaresco, in un clima di festa, la prima edizione dell’Attraverso Festival, l’evento promosso dall’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour e Produzioni Fuorivia che, per undici giorni, ha portato 33 eventi nei paesi più suggestivi di Langhe, Roero e Monferrato, abbracciando per la prima volta in un unico evento le province di Cuneo, Asti e Alessandria.

 

Un evento che ha avuto i suoi picchi nella meravigliosa performance di Ezio Bosso nel cortile dell’Agenzia di Pollenzo, nel recital di Marco Paolini a Monforte, e nell’unica data piemontese di Carmen Consoli che ha emozionato un Teatro Sociale di Alba aperto per la prima volta in entrambe le sue sale.

 

E anche la grande festa di chiusura, ospitata nelle due piazze di Barbaresco, si è rivelata un evento vissuto con grande partecipazione dal pubblico, che sin dal pomeriggio ha invaso questo suggestivo paese per assistere ad un evento multiforme adatto ad ogni gusto, costruito sul tema della Resistenza che tra queste colline ha scritto le sue pagine più fiere e drammatiche.

 

Ad aprire le danze dopo aver tenuto a battesimo anche la data inaugurale al Castello di Grinzane, i torinesi Bandakadabra l’eclettica fanfara urbana che con la precisione musicale dei grandi ensemble di fiati e un’indole street, ha esplorato stili musicali diversi, proponendo arrangiamenti originali e divertenti, per un repertorio estremamente vario che ammicca ora alle big band anni 30, ora alle fanfare balcaniche con frequenti incursione nel rock steady, nello ska e addirittura del drum and bass.
All’ora di cena le eccellenze gastronomiche di Langa l’hanno fatta da padrona, tra salsiccia di Bra, salumi e formaggi nostrani, ravioli al plin, acciughe al verde e torte di nocciole, da gustare lungo una Via Torino addobbata a festa, accompagnate rigorosamente da un bicchiere di Barbaresco, il tutto acquistato con i Vinari, la moneta locale coniata per l’occasione e cambiata all’ingresso del paese.

 

All’ombra della torre è quindi andato in scena il gran finale, introdotto da un incontro d’eccezione ribattezzato “I Partigiani del Vino”: Oscar Farinetti ha infatti mediato un dibattito con protagonisti Angelo Gaja, il “re del vino” che in questo paese ha il suo “maniero”, e Walter Massa, cui va il merito di aver riscoperto e rilanciato il bianco tortonese “Timorasso”. E Angelo Gaja non ha lesinato pillole di saggezza, introducendo il suo intervento con un prezioso consiglio soprattutto per i più giovani “Pensate diverso. Pensate diverso come aveva fatto mio padre, che entra in azienda con in testa un progetto suo, vuole fare il vino come vuole lui, con l’idea di ridurre la resa perchè questo avrebbe significato fare un vino migliore. Per limitare la produzione trasformò tutti i mezzadri in salariati, e questo fu il primo passo da visionario, per poter fare le uve come voleva lui” Poi il segreto del Barbaresco e “di” Barbaresco, che a lungo andare ne ha fatto la propria forza: “Il nostro segreto è il “meno”. Barbaresco è sempre stato un vino con meno zucchero, meno struttura, meno caro rispetto ad altri vini… e questo a lungo andare ha fatto si che il “meno” divenisse la sua forza, ci ha consentito di lavorare in tranqullità, senza pressioni, ed oggi il Barbaresco è uno dei vini più conosciuti e rispettati al mondo”. Walter Massa ha invece raccontato una scommessa vinta, chiamata Timorasso “Stavo valutando di fare un vigneto di bianco da uve forestiere, ma, tra sauvignon blanc e chardonnay, decisi che era inutile partecipare ad una corsa nella quale sarei arrivato ultimo, meglio gareggiare per arrivare primo nel mio cortile piuttosto che ultimo in Italia, quindi decisi di dedicarmi almeno 5 anni sul timorasso, vinificando quella manciata di uva, che poche centinaia di viti sparute in azienda producevano. Il risultato è stato che siamo passati dalle 600 bottiglie della prima produzione alle attuali 60.000”. Interventi intervallati dalle note d’eccezione del leader dei Timoria Omar Pedrini, che con la sua chitarra è stato protagonista di un graditissimo fuori programma.

 

Spazio quindi alla musica, con Bella Ciao, il più grande spettacolo del folk revival italiano, un concentrato di canzoni popolari curato da Franco Fabbri e concertato dall’organettista Riccardo Tesi, uno dei più brillanti e attenti protagonisti della musica popolare mondiale. Un lavoro di arrangiamento che instaura un dialogo più sofisticato fra suoni e significati, per una sinfonia popolare ricca, con l’aiuto del chitarrista Maurizio Geri e del percussionista Gigi Biolcati. Bella Ciao però era e rimane uno spettacolo di canzoni popolari e la centralità del canto viene confermata dalla presenza di alcune delle voci più importanti della musica popolare e del canto sociale italiani negli ultimi trent’anni, che di Bella ciao sono i figli diretti: Lucilla Galeazzi (cantante umbra considerata la più versatile interprete di repertori di musica popolare, “erede” del folk sociale di Giovanna Marini), Elena Ledda (ambasciatrice nel mondo della musica popolare sarda), Alessio Lega (considerato oggi il rappresentante più coerente del canto sociale) e Luisa Cottifogli (già voce dei Quintorigo e collaboratrice con Ivano Fossati, Teresa De Sio, Lucio Dalla, Giovanna Marini, The Chieftains).

Ma la festa di Barbaresco ha avuto un’appendice a sorpresa, con Omar Pedrini che in un clima informale si è improvvisato busker intrattenendo in strada, chitarra in mano, i passanti con brani celebri del suo repertorio, da ‘Sangue Impazzito’ a ‘Sole Spento’… il tutto in un clima di grande rilassatezza e dolce leggerezza, proprio come nello spirito dell’Attraverso Festival.

 

Fabio Magliano

Nella foto di Alice Ferrero, da sinistra: il sindaco di Barbaresco Mario Zoppi, Angelo Gaja, Oscar Farinetti, Walter Massa, Omar Pedrini e Paola Farinetti