Dopo il successo netto in casa contro il Tortona, è arrivato un ko per il Saluzzo nella seconda giornata di Eccellenza, in trasferta, sul campo del Cavour.
A 48 ore dalla fine dell’incontro, mister Pier Paolo Rignanese torna sul match, analizzando positivamente la prestazione dei suoi: “Sicuramente non abbiamo fatto una brutta partita. Purtroppo, è il risultato che conta, quindi ce ne andiamo con molto rammarico, portando con noi, però, ciò che abbiamo fatto di buono. Il Cavour è un’ottima squadra, ha giocato bene ma l’abbiamo messo in difficoltà, dimostrandoci all’altezza”.
Il tecnico non ha dubbi su ciò che è mancato ai suoi per portare a casa punti da una piazza pesante come Cavour: “Nulla a livello di prestazione, semmai un po’ più di lucidità sotto porta. Le statistiche a fine match parlavano di undici occasioni da gol create, di cui quattro-cinque realmente pericolose. Una su tutte a 2’ dall’inizio del match: se trasformi in oro una palla-gol del genere puoi cambiare l’inerzia del match. Il rammarico nasce proprio perché non abbiamo sbagliato l’approccio ad una gara che, forse, avrebbe dovuto finire in parità”.
Beffa in parte sottolineata dal nome del marcatore: Dalessandro che, proprio oggi, ha lasciato il club torinese. “Ho saputo del suo addio, ma poco conta: domenica Dalessandro era un giocatore del Cavour ed andava valutato esclusivamente come tale. Detto questo, non ricordo, in generale, fondamentali parate di Marcaccini: l’unico vero miracolo, vano, è avvenuto in occasione del rigore, quando il direttore di gara aveva lasciato correre per la regola del vantaggio, prima di fermare tutto ed assegnare il penalty. Una decisione dubbia, ma così è”.
Buone sensazioni, comunque: “Ripeto, resta la buona prestazione, che lascia ben sperare per le prossime gare. Se con il Cavour abbiamo perso qualche punto, probabilmente lo recupereremo nel corso della stagione, quando otterremo il risultato senza giocare bene. Questo campionato è così: ogni domenica occorre essere pronti per ogni esito, perché è l’equilibrio a farla da padrone”.
Carlo Cerutti