Una piccola bara bianca, un mare di rose anch’esse bianche e un duomo gremito, così come avvenuto anche per la recita del rosario.
Così Alba, commossa, ha reso oggi pomeriggio l’estremo saluto al piccolo Emanuele Amato, lo studente dodicenne scomparso venerdì all’ospedale Regina Margherita di Torino dopo essere stato colto da malore a scuola. “Un angelo dagli occhi verdi e dai capelli castano chiaro, dolce, premuroso, protettivo nei confronti della sorella Giulia” come ha scritto la mamma Rossana in una lettera struggente, al termine di una funzione che ha visto la città intera stringersi attorno ad una famiglia amata e benvoluta da tutta Alba dove gestisce da anni la celebre pizzeria “La Duchessa”, al papà Alfonso, alla mamma Rossana, alla sorellina Giulia, agli zii e ai cugini.
Una funzione iniziata con la benedizione del feretro da parte del vescovo monsignor Brunetti, e celebrata da Don Dino Negro, che dal pulpito ha cercato di dare una risposta alla domanda che tutti in questi giorni si sono posti “Perchè? Perchè un bambino di 12 anni? “Faccio appello alla parola di Dio, la sola capace di portare luce e conforto nel cuore dei carissimi genitori – ha detto nel corso dell’omelia – Nulla come la morte sconvolge la vita di una famiglia, soprattutto quando spegne una vita innocente. Una vita che sognava il futuro, gioioso, sereno, pieno di progetti. Aveva già imparato da suo papà e da suo zio a fare le pizze, sognava di fare la scuola alberghiera, sognava di fare una sua professione, progettava, sognava, presentava sempre serenità e sempre disponibilità “Hai bisogno di qualcosa, mamma?”. Come giovedì, quando è uscito per andare a scuola “Ciao mamma, ci vediamo dopo”.
Alice Ferrero