Una svolta che ha del clamoroso. Dopo il vociare estivo e la rinuncia all’ultimo minuto di Luciano Cane in quello che è stato un autentico colpo di scena, altrettanto a sorpresa arriva la notizia che tutti i tifosi e gli affezionati all’Albese Calcio attendevano: l’Albese da oggi ha un nuovo presidente.
Il sodalizio langarolo, sino ad oggi ben amministrato da Antonio Isoldi, già direttore sportivo reinventato presidente più per necessità e attaccamento ai colori che non per vocazione, passa da oggi nelle mani di Gennaro Castronuovo, 50 anni, originario della Lucania, imprenditore nel campo della ristorazione nonchè proprietario del Caffè Calissano, uno dei locali storici della «capitale delle Langhe».
Antonio Isoldi tornerà così a ricoprire il ruolo originario di Direttore Sportivo, cedendo lo scettro dopo poco più di un anno «Sono felicissimo di questa svolta – ha commentato Isoldi – perchè lascio l’Albese ad una persona seria, onesta e soprattutto desiderosa di fare il bene dell’Albese. C’era bisogno di una persona come Gennaro Castronuovo perchè l’Albese meritava di avere una dirigenza così, desiderosa di lavorare per portare l’Albese dove merita di stare. Io ho accettato di fare il presidente unicamente per non far morire la Società, ma è giusto che ora la ceda a chi può portarla oltre. Una cosa mi sta a cuore: che la città di Alba non lasci solo il nuovo presidente e non vanifichi tutto quello che è stato fatto in questi anni. I presupposti per fare bene e per ridare all’Albese la giusta dignità ci sono tutti, ma per farlo c’è bisogno del lavoro di tutti, non solo di due o tre persone. E’brutto da dire, ma è ora che Alba, dal punto di vista calcistico, si svegli, perchè negli ultimi anni si è dormito troppo. L’Albese rappresenta una città, deve essere il punto di riferimento per il movimento calcistico del territorio ed è giusto che tutti si adoperino per darle il peso che merita».
Nell’intervista che segue, le prime parole da Presidente dell’Albese Calcio di Gennaro Castronuovo.
Presidente, come è nata in lei l’idea di prendersi in carico l’Albese Calcio?
«E’ nata per caso, parlando con il Direttore Sportivo e l’allenatore, che conosco da tempo. Avevo in mente di compiere un primo passo nel mondo del calcio, a livelli sicuramente inferiori, loro mi hanno presentato il progetto, l’ho studiato bene e ho capito che, insieme ad un gruppo di amici a cui stanno a cuore le sorti dell’Albese, si sarebbe potuto fare qualcosa di buono tutti insieme. Ho parlato anche con il Sindaco e anche da parte sua c’è soddisfazione per la strada che stiamo prendendo, quindi i presupposti per compiere questo salto c’erano tutti. Io cercherò di mettere del mio per dare all’Albese quello che merita, per fare qualcosa di buono per la città e per far si che ci si possa divertire, noi che viviamo l’Albese dal di dentro e tutti i tifosi che ci supportano la domenica»
Sarà Presidente in un anno emblematico, come quello del Centenario. Una bella responsabilità…
«Essere presidente nell’anno del Centenario è una responsabilità in più, perchè ci porta a fare le cose in modo ancora più serio ed accorto. Mi sono già consultato con i miei amici e con la vecchia dirigenza e abbiamo tirato giù un progetto a medio lungo termine che vada a valorizzare il settore giovanile ed un concetto di albesità che ultimamente si era un po’ perso. Ci va tempo, non sarà un percorso breve e soprattutto semplice. Diciamo che dobbiamo gettare le fondamenta della casa, poi poco per volta si va ad edificare il resto»
Quali sono le basi del progetto che vuole portare avanti?
«La cosa principale è la valorizzazione del settore giovanile che dovrà essere un serbatoio importante per la prima squadra. Se la squadra si chiama Albese e rappresenta la città di Alba, deve coinvolgere i ragazzi di Alba e dobbiamo puntare a portare in prima squadra più ragazzi del luogo possibile. Le squadre come l’Albese sono nate per valorizzare i ragazzi del luogo e non devono perdere questa identità. Vogliamo fare un lavoro importante sui bambini, far si che rimangano ad Alba e non si perdano in realtà lontane dalla nostra città. L’Albese e la sua prima squadra deve diventare un punto di arrivo per i ragazzi di Alba. Che prima di tutto devono venire qui per divertirsi, senza pressioni, in uno spirito principalmente di aggregazione. Poi se tra questi c’è il giocatore bravo che approda in prima squadra, siamo tutti felici, ma questa non deve essere un’ossessione. Noi vogliamo che il ragazzo prima di tutto si diverta e compia con noi un percorso sano e costruttivo»
Ha avuto modo di seguire la prima squadra nelle prime gare di campionato? Che idea si è fatto?
«Ho seguito da vicino la prima squadra, sia durante gli allenamenti che alle partite. Dopo le tribolazioni di inizio stagione la squadra mi ha fatto un’ottima impressione, i ragazzi si impegnano, con il Savigliano abbiamo vinto la partita rimontando in 10 contro 11, esprimendo un buon calcio… c’è voglia, il gruppo è unito e ci può dare delle soddisfazioni. Certo, è importante che tutti, iniziando da me, si stia vicini alla squadra, per costruire qualcosa di importante non per noi stessi ma per Alba»
Uno dei problemi da sempre indicati dall’ex presidente Franco Rava, è il poco interesse da parte dell’imprenditoria albese verso la Società. Sente che qualcosa è cambiato in questo senso?
«Io spero di non essere lasciato solo. Ho già parlato con sei, sette persone, ho presentato il progetto e loro, conoscendomi e sapendo che non vengo qui a lucrare, mi hanno dato risposte positive. Poi passare dalla teoria alla pratica non è semplice, però al momento alcune realtà importanti di Alba, compreso il Sindaco, hanno apprezzato il progetto e mi hanno dato segnali confortanti, quindi sono fiducioso in questo senso”
Fabio Magliano