In data 26 settembre 2016, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Canelli, a conclusione dell’attività d’indagine denominata “Operazione Cenerentola”, hanno tratto in arresto in esecuzione di un Ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP del Tribunale di Asti, Dott. Marco Dovesi, le seguenti persone, K.J. nato in Macedonia il 24 settembre 1972, residente in Castagnole Lanze, coniugato, operaio, e D.G., nata in Macedonia 16 febbraio 1982, anch’essa residente in Castagnole Lanze, coniugata, disoccupata.
Agli arrestati sono stati contestati i reati di maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali messi in atto nei confronti di una piccola di 10 anni, affetta da lievi disturbi mentali, figlia naturale di K.J. convivente con la moglie e matrigna della minore, D.G..
La complessa attività d’indagine ha avuto origine dalla segnalazione effettuata dalla scuola frequentata dalla bambina, in merito a probabili maltrattamenti subiti. I primi accertamenti esperiti dalla Stazione Carabinieri di Castagnole Lanze hanno consentito ai colleghi dell’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Canelli di avviare una articolata attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore di Asti, Dott.ssa Donatella Masia. L’attività d’indagine, per la quale i militari si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e ambientali e videoriprese nell’abitazione degli arrestati, permetteva ben presto di avvalorare l’ipotesi investigativa raccogliendo inconfutabili prove a carico degli indagati, resisi responsabili dal maggio 2016 di innumerevoli episodi in cui la piccola veniva percossa, nonché soggetta a continue minacce e vessazioni.
Le immagini registrate all’interno dell’abitazione facevano emergere gravissimi e pressoché quotidiani episodi di maltrattamenti fisici e psicologici, vessazioni e soprusi nei confronti della minore, la quale veniva altresì trascurata in ogni ambito (alimentazione, pratiche igieniche, abbigliamento, ecc.), mentre tutte le attenzioni venivano riservate alla sorellastra, di un anno più grande, quest’ultima figlia biologica dell’indagata, alla quale non veniva fatto mancare nulla sia dal punto di vista affettivo che materiale.
Le indagini permettevano altresì di appurare che la vittima veniva sistematicamente percossa con bastoni o altri oggetti contundenti e sovente veniva minacciata di morte da parte di entrambi gli arrestati, subendo forti pressioni psicologiche che la condizionavano fortemente nell’ambito socio-comportamentale, costringendola a vivere in uno stato di perenne terrore a causa della consapevolezza dei prossimi maltrattamenti ai quali avrebbe dovuto sottostare. Le due minori sono state affidate a strutture dei servizi sociali.
c.s.