Anche nella Granda le imprese cominciano a scoprire i vantaggi della Rete. Si fa riferimento, in questo caso, non al Web, bensì a quello strumento che, con una legge in vigore ormai dal 2009, si prefigge di ridare fiato e linfa agli storici distretti industriali “made in Italy” messi sotto stress dalle nuove tensioni europee e mondiali, fornendo agli imprenditori che ne fanno parte un kit di attrezzi giuridici e amministrativi in grado di incentivare e semplificare la stabile collaborazione tra di essi.
Gli obiettivi sono diversi, per quanto riconducibili a principi di miglioramento delle capacità produttive e commerciali attraverso la ripartizione dei costi e l’adesione a un progetto unitario da svolgere su un mercato interno o internazionale. Sta di fatto che, come bene evidenziato nello studio condotto da UnionCamere nazionale, in provincia di Cuneo sono 179 le imprese che hanno scelto l’aggregazione nella forma dei Contratti di Rete. Può sembrare un numero piccolo, se lo si rapporta alle oltre 69.800 imprese che sono iscritte nell’apposito registro camerale con sede nella Granda, però la media del 2,56 per mille la colloca sopra quella della regione Piemonte – ferma a 1,79 – e in linea con il dato italiano su 2,54.
Un valore pertanto incoraggiante, che simboleggia una breccia culturale significativa sulla via di una cooperazione in crescita fra imprese soprattutto di dimensione medio-piccola, ossia il segmento singolarmente in maggiore sofferenza sul mercato domestico.
Riprendendo i dati messi a disposizione dalla ricerca della Federazione nazionale delle CCIAA, i vertici provinciali della Confapi, al lavoro su ipotesi di stabile cooperazione con aree geoeconomiche diverse del Piemonte e dell’Italia, confermano le priorità del momento presente e futuro: “La crisi globale ha senza dubbio accelerato sulla via della consapevolezza di una maggiore e ancor più stabile collaborazione fra imprese, per avvicinare fasi e momenti diversi di una sfida che era e rimane unica, ossia presidiare i mercati storici e affermarsi su quelli nuovi ed emergenti.
Per questo, si sta capendo che pensare di ridurre i costi soltanto al livello della singola impresa rischia, oltre una certa soglia, di determinarne una implosione, mentre se la stessa strategia è perseguita in un contesto di Rete di imprese il risultato è quello di una ottimizzazione gestionale che permette di concentrare gli sforzi nell’area produttiva, della ricerca e del marketing di fornitori e clienti”, commentano il Presidente Pierantonio Invernizzi e i 2 Vice Giuseppe Rossetto e Luciano Piovano: “I dati più recenti sullo stallo dell’export e sul balzo estivo della produzione industriale non vanno fra loro in contraddizione, perché indicano la crescente specializzazione dei processi manifatturieri italiani sui beni di investimento al servizio di altre industrie. Semmai – concludono – questi non devono rappresentare il pretesto per lasciare la situazione così come è, in quanto una regione, come il Piemonte, che deve puntare su vocazioni nuove, basate sul crescente protagonismo dell’indotto meccanico e del turismo, ha necessità di vedere rilanciati i piani di internazionalizzazione delle PMI e gli interventi a beneficio dei vari ex Distretti, e questo anche attraverso un processo di riforma legislativa regionale su cui, come Associazione di categoria che intende dare il buon esempio di essere Rete al proprio interno e di promuoverla con altre realtà territoriali, il nostro contributo, ove ritenuto utile, non verrà meno. Le Reti di impresa e di associazione possono essere i nuovi ambiti in cui far convergere in maniera ottimizzata i limitati fondi a beneficio delle assunzioni e dell’export, perché la storia insegna che, dopo gli iniziali incentivi, il lavoro si tutela e si accresce all’interno di realtà aziendali solide, solidali e stabili“.