Sono giorni intensi a Monterosso Grana: la notizia dell’arrivo di profughi da ospitare in paese ha provocato molteplici reazioni, presidi e diverse riunioni per fare chiarezza. Le prime polemiche sono nate quando sono cominciati i lavori per sistemare l’albergo ristorante “A la Posta”, chiuso dal 2008, che dovrebbe ospitare i migranti.
Il proprietario lo affitterebbe infatti ad una cooperativa torinese che si occuperebbe della gestione.
La replica di una parte dei cittadini non è tardata ad arrivare, attraverso la nascita di un comitato che ha organizzato presidi di fronte all’hotel e una raccolta firme: “Attualmente siamo a 300 firme, in un Comune di 500 residenti – spiega Monica Molineri, portavoce del comitato -. Abbiamo inoltre avuto l’appoggio di numerose persone di Monterosso Grana che per motivi lavorativi si trovano all’estero e che quindi non possono firmare”. Tra i promotori c’è anche Stefano Isaia, ex consigliere provinciale leghista e attualmente nel Consiglio di Caraglio, ma residente a Monterosso Grana.
Alle proteste sono seguite alcune riunioni, prima tra i sindaci della Valle Grana e il Prefetto, poi tra le varie amministrazioni e altre componenti coinvolte: “Sì, l’ultima riunione è avvenuta ieri sera – conferma il sindaco di Monterosso Grana Mauro Martini -, c’erano le amministrazioni della Valle Grana, il presidente dell’Unione, il comandante della stazione dei carabinieri, la preside della scuola ed anche la cooperativa, che finalmente ci ha spiegato cosa vuole fare, chiarendo diversi punti”.
Il primo cittadino è uscito da queste due riunioni con le idee più chiare e con fiducia per quello che accadrà: “Da quanto ci è stato detto, i migranti arriveranno a breve, nel giro di qualche giorno – spiega – ma il Prefetto ci ha assicurato che saranno al massimo 30 e che arriveranno a scaglioni. Sarà una situazione governata, i ragazzi verranno coinvolti in lavoro e controllati, i carabinieri faranno la loro parte per quel che riguarda la sicurezza: insomma, non sarà una situazione che verrà subita, ma che verrà ragionata. Così mi sembra che possa avere un senso. Perché è inutile che ci nascondiamo, questo è un problema di questo momento, di questo secolo, quindi mi sembra giusto che ognuno faccia la propria parte: finora non aveva riguardato la nostra valle, ma eravamo consapevoli che anche noi avremmo dovuto affrontare questa situazione. Non saremmo degli amministratori seri se dicessimo che la cosa non ci deve riguardare. Lo abbiamo sempre detto di voler fare la nostra parte, non siamo assolutamente razzisti. Il comitato? La battaglia che ha fatto è sacrosanta, sicuramente i numeri non sarebbero stati questi se non ci fosse stato il loro intervento, la loro protesta ha portato frutti positivi”.
Di parere decisamente opposto è lo stesso comitato, che non ha nessuna intenzione di interrompere la propria battaglia e di accettare quanto deciso: “Forse questa soluzione è soddisfacente per l’amministrazione, ma non per noi, perché non abbiamo avuto risposte alle domande che abbiamo posto”, spiega Monica Molineri, che ha partecipato alla riunione di ieri, ma senza intervenire: “Ho ascoltato quello che è stato detto da parte della cooperativa, poi ci siamo riuniti e abbiamo ragionato, avanzando alcune domande, perché abbiamo ancora tanti dubbi, tante cose da chiarire, non siamo tranquilli. Quali le nostre richieste? Innanzitutto tramite una lettera abbiamo chiesto che vengano resi pubblici i documenti che attestano che la struttura che fino a ieri non era adatta ad ospitare turisti perché non a norma, adesso, dopo due lavate di vetri e un po’ di pulizia, può ospitare i profughi. Poi vogliamo che il numero di 30 profughi di cui si è parlato ieri sia messo per iscritto e verbalizzato dal Prefetto.
E’ stato detto dalla cooperativa che in un primo momento si occuperanno loro dell’integrazione, poi sarà la popolazione e l’Unione dei Comuni a pensarci. Ecco, noi vogliamo capire, con un progetto scritto, come avverrà e a chi competerà. Vogliamo avere delle garanzie, perché il paese non può affrontare questa situazione, quindi se non c’è una forza di valle è una situazione ingestibile. Vogliamo risposte prima che i profughi arrivino, poi sarà troppo tardi”.
Intanto, lunedì sera arriveranno a Monterosso Grana anche le telecamere della trasmissione “Dalla vostra parte” di Rete 4.
Gabriele Destefanis