“E’ un riconoscimento del lavoro fatto, per me rappresenta una sfida importante”, spiega con orgoglio Fierro, che vista la sua giovane età punterà sul rinnovamento e cercherà di coinvolgere le nuove generazoni, troppo spesso distanti dalla politica. “Vorrei portare un po’ di rinnovamento, non una rottamazione giovanilistica – chiarisce -, ma una politica che accolga finalmente tutte quelle domande che ci sono in città da parte dei più giovani, ma che spesso sono inascoltate”.
Come si è arrivati alla sua candidatura?
“La mia candidatura non nasce dal nulla, è un riconoscere il lavoro che come lista abbiamo fatto in città insieme a Gigi Garelli. Il mio nome è uscito dopo una serie di assemblee nelle quali è emerso il significato politico della nostra presenza. Sono state escluse fin da subito alleanze, sia con Borgna, sia con il Pd, per motivazioni dettate anche dalla situazione che negli ultimi anni abbiamo vissuto: una situazione bloccata, prima dalle nomine della Fondazione, adesso dal non sapere chi sostiene chi, anche per la responsabilità delle varie liste civiche che in città hanno gestito il potere in questi anni. Avendo fatto una riflessione, abbiamo pensato quindi che la soluzione più logica per noi fosse quella di una candidatura autonoma, che non vuole essere soltanto di una parte, ma che ha l’ambizione di allargarsi alla cittadinanza, dando un’alternativa ad un modo di fare politica che si è dimostrato ormai logoro e inefficace”.
Quali sono i punti principali del programma, le cose che volete cambiare rispetto a questa amministrazione?
“Cercheremo di organizzare incontri che siano il più possibile aperti alla cittadinanza per capire le esigenze della gente. Abbiamo in mente il centro e la periferia, il basso e l’alto, perché quello che secondo noi è mancato è avere una visione complessiva della città: è stata fatta una politica incentrata sulla bellezza del centro storico, dimenticandosi che Cuneo ha anche le periferie. Quindi l’idea è mantenere l’importanza del centro storico, ma avere attenzione anche per il resto della città e per le periferie. E poi vogliamo maggiore riguardo per cose che magari possono sembrare piccole, che però colpiscono e sono molto sentite, come la pulizia, il mantenimento delle strade, delle panchine, dei lampioni, per poi arrivare alle questioni più grosse: la mobilità alternativa, un piano regolatore che riduca le previsioni di cementificazione, una politica sociale che cerchi di veicolare tutte le situazioni di crisi che ci sono, il problema della casa, gli spazi per i giovani, una cultura che in città non riesce a trovare spazio”.
Con quali prospettive e speranze vi affacciate a questa avventura, vedendo anche cosa sta succedendo negli altri schieramenti?
“Rispetto agli altri candidati, sono curioso di capire come si presenterà il Pd, a favore di chi verrà risolto il duello Borgna-Manassero o se si presenteranno tutti e due. Come ho già detto, la nostra speranza è di riuscire a portare un rinnovamento, un modo nuovo di fare politica, un’idea diversa di partecipazione della cittadinanza nelle scelte dell’amministrazione. Vogliamo che chi si ritiene un elettore progressista, democratico, che ha a cuore le questioni sociali, veda in noi un punto di riferimento, un’alternativa reale. La speranza è di raggiungere un risultato positivo che ci permetta di dare peso a queste idee, ma per fare previsioni è ancora presto”.
Gabriele Destefanis