Il Consiglio regionale (ri)approva la legge regionale sulla tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte, dopo che la Corte costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità della legge del 2009 contestando alla Regione la potestà di operare un vero e proprio riconoscimento della lingua.
La Lega Nord ha promosso in Consiglio regionale l’iniziativa per modificare l’impianto normativo, in modo da renderlo finalmente operativo. Una proposta che si è concretizzata in un testo unificato di legge, approvato martedì 18 ottobre dal Consiglio regionale.
«Siamo al paradosso che lo Stato ci impedisce di riconoscere la dignità della nostra lingua – osserva Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale -, quando nessuno oserebbe mettere in discussione i diritti di qualsiasi altra lingua straniera parlata in Piemonte. E’ stato veramente mortificante doversi adeguare all’arroganza del centralismo statale, ma quello di oggi è soltanto il primo passo per restituire al piemontese la dignità che gli è stata negata».
In concreto, la modifica non si è limitata soltanto a correggere le denominazioni contestate dai costituzionalisti, ma ha migliorato e semplificato diversi aspetti operativi che non risultavano particolarmente snelli ed agevoli, identificando con maggiore precisione gli strumenti di intervento diretti e di partenariato, oltre che ridefinendo il ruolo, la composizione e le funzioni della Consulta piemontese.
c.s.