“Da Senatrice ho votato tre volte favorevolmente alla riforma costituzionale proposta dal Governo.
Inizialmente giudicavo il testo portato all’esame delle Camere migliorabile sotto vari aspetti e ho firmato emendamenti che proponevano cambiamenti al disegno di legge nella convinzione che una riforma è buona se funziona nel merito e non per il solo effetto di cambiare degli assetti consolidati.
Grazie al lavoro del Parlamento si sono raggiunti significativi miglioramenti nella direzione della partecipazione popolare alla vita del Paese. Penso alla questione del referendum popolare dove, se si raccoglieranno 800 mila firme, si abbasserà sensibilmente il quorum calcolato sul numero di votanti alle ultime elezioni politiche e al maggior riconoscimento delle leggi di iniziativa popolare.
Anche la scelta dei nuovi senatori avverrà permettendo ai cittadini di indicarli contestualmente all’elezione dei consiglieri regionali.
All’interno del Pd si è raggiunta un’intesa su questo punto che si tradurrà in legge dopo l’approvazione del referendum non potendosi normare ora l’elezione di un Senato che esisterà ufficialmente solo dopo l’entrata in vigore della riforma costituzionale.
Giudico positivamente anche la revisione del titolo V della Costituzione con un riordino delle materie di competenza di Stato e Regioni evitando gli attuali frequenti conflitti di competenza davanti alla Corte Costituzionale.
La conclusione del bicameralismo perfetto permetterà alle istituzioni maggiore velocità nel lavorare e tempi più snelli di risposta ai cittadini e, oggi, credo sia decisamente importante rendere più moderna l’organizzazione dello Stato senza venire meno ai principi fondamentali della Carta Costituzionale.
A quanti, legittimamente, pongono dubbi sulle conseguenze che potremmo avere dall’approvazione della riforma costituzionale unita all’attuale legge elettorale dico che all’interno del Pd è iniziato un confronto positivo che dovrà portare la nostra comunità politica a una sintesi appropriata dei vari punti di vista al nostro interno con la modifica dell’Italicum.
Credo in questa prospettiva e ritengo che la Riforma Costituzionale vada giudicata nel merito. Vedo lo svilupparsi del dibattito e molta richiesta di approfondimento tuttavia leggo nel sostegno al No il timore verso il cambiamento.
Lo comprendo mentre mi è difficile accettare la sfiducia che viene espressa nei confronti del paese giudicato incapace di cambiare e migliorarsi.
Le leggi elettorali si possono modificare, il cambiamento della Costituzione, per fornire strumenti di decisione più moderni e veloci simili agli altri grandi Stati europei, è un’occasione che abbiamo oggi grazie al lavoro messo in campo dai Governi Letta e Renzi e sviluppato dal Parlamento.
Per questi motivi il 4 dicembre voterò si al referendum costituzionale”.