Nella mattinata del 27 ottobre 2016, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Asti, con la diretta partecipazione del Sostituto Procuratore, D.ssa Francesca Dentis, che ha coordinato e condotto le complesse indagini, hanno eseguito numerosi sequestri preventivi in esecuzione del decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale di Asti, Dott. Marco Dovesi.
Sono stati sottoposti a cautela decine di conti correnti, depositi titoli e depositi a risparmio ed oltre 110.000 euro, rimanenza di una serie di ruberie, quantificate in oltre un milione e mezzo di euro, compiute da un funzionario della filiale di Alba del Banco Azzoaglio, avente sede principale a Ceva (CN), a danno di diversi clienti.
Il funzionario, da tempo fuoriuscito dai quadri aziendali, ha potuto perpetrare per diversi anni le distrazioni di denaro dai conti di ignari clienti grazie ad un ingegnoso sistema criminale.
Svuotava parte dei conti attraverso prelevamenti di contante allo sportello, disattendendo le regole sancite dalla normativa antiriciclaggio, effettuando operazioni di cassa in assenza dei clienti.
I cassieri, ignari della finalità illecita, ricevevano gli ordinativi riportanti, in alcuni casi, le firme dei clienti falsificate e, in altri, firme genuine perché precedentemente fatte sottoscrivere “in bianco” dall’indagato ai clienti, la cui fiducia era stata carpita assicurando una sorta di servizio bancario “a domicilio” (raccolta di denaro e di disposizioni per operazioni al di fuori dalle mura della banca).
Le Fiamme Gialle, inoltre, hanno riscontrato che alcune delle operazioni illecite sono state eseguite in totale assenza di contabile di cassa.
Anche alcuni conti correnti d’appoggio, sconosciuti ai clienti intestatari, venivano inseriti nei dossier titoli che gestiva personalmente.
Così facendo l’indagato faceva confluire il ricavato di vendite di titoli mai disposte dai titolari ovvero il controvalore dei titoli stessi scaduti.
Il denaro sottratto raramente entrava direttamente nelle “tasche” del funzionario, il quale normalmente lo “parcheggiava” in conti creati ad hoc, intestati ad ignari clienti, per poi disporne a proprio piacimento.
Tale peculiarità ha suggerito agli operanti di definire i rapporti “conti fantasma”. Da qui il nome dell’operazione, ghost per l’appunto.
Il sistema ha potuto reggere per molti anni, in quanto i clienti, dato che nel funzionario riponevano una fiducia pressoché cieca, venivano tenuti all’oscuro delle reali operazioni bancarie in quanto non in possesso degli estratti conto poiché, sapientemente domiciliati presso la filiale di Alba dell’Istituto.
Lo stesso Banco Azzoaglio, allarmato dall’ispezione della Banca d’Italia, per primo ha sporto denuncia-querela quale parte offesa, dando origine alla presente indagine.
Il funzionario responsabile è stato deferito alla locale Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di furto aggravato, truffa, appropriazione indebita e sostituzione di persone.