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Confronto a Bene Vagienna sulla riforma del credito cooperativo: “Adeguamento necessario, ma realtà locali non verranno snaturate”| Successo di pubblico per il convegno nazionale che ha visto la partecipazione di relatori di primo livello

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Sala gremita, una platea qualificata e relatori di primo livello per il convegno nazionale “La riforma del Credito Cooperativo”, organizzato nella sede di Bene Banca, a Bene Vagienna.

L’interesse e la curiosità che hanno spinto tantissimi rappresentanti del sistema del credito cooperativo provinciale a prendere parte all’incontro hanno trovato un riscontro adeguato, perché il confronto è stato utile e proficuo per chiarire meglio le idee a tutti su cosa cambierà con la riforma, tema di grande attualità sviscerato in tutti i suoi aspetti da interventi qualificati.

 

Il primo e più autorevole, dopo i saluti del presidente di Bene Banca Pier Vittorio Vietti, del sindaco di Bene Vagienna Claudio Ambrogio e del presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, è stato quello del presidente di Federcasse Alessandro Azzi, che in breve ha riassunto i passaggi chiave che hanno portato a quella che è stata definita una sorta di “autoriforma”: “E’ stato un percorso intenso, con un dialogo costruttivo con il Governo che ha dato poi vita alla legge – ha spiegato -. I mercati, la concorrenza, le sollecitazioni impongono la necessità di organizzarsi in gruppi per rispondere meglio alle esigenze, gruppi che si fanno carico anche della più piccola e problematica banca e che hanno una capogruppo a cui spetta la direzione e il coordinamento. Cosa cambierà? Se le BCC sono virtuose nulla, anche perché la capogruppo ha come obiettivo quello di mantenere il valore e l’originalità della banca, di non snaturarne le peculiarità”.

 

E’ stata poi la volta di un altro degli artefici principali della riforma, il presidente della Commissione Finanza e Tesoro del Senato Mauro Maria Marino: “Si può davvero parlare di autoriforma – ha detto -, che rappresenta una pietra angolare di una riforma generale del sistema bancario, va quindi vista nel quadro di una visione complessiva. Era necessario creare le condizioni per fronteggiare sfide nuove, per cui o si individuava uno srumento adeguato oppure si rischiava di non essere all’altezza. La collaborazione tra Federcasse e Governo ha fatto sì che questa riforma venisse realizzata insieme e non subita”.

 

A confermare che le singole banche potranno mantenere una propria autonomia all’interno dei gruppi è stato il prof. Luciano Matteo Quattrocchio, docente di economia aziendale dell’Università di Torino, autore di un ampio studio sulla riforma del credito cooperativo: “La mutualità e il legame con il territorio restano punti fondamentali, che arrivano dalla salvaguardia dell’autonomia – ha spiegato -. La capogruppo dà direttive solo per creare conformità comportamentale, ma finché le BCC operano nei margini, non interviene. L’intervento c’è invece laddove le regole non vengono rispettate”.

 

Tra gli autorevoli rappresentanti del tessuto economico provinciale presenti al convegno anche il presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, il cui intervento è partito con una polemica su alcune scelte politiche: “Mi sembra che ci sia la tendenza a snaturare le nostre realtà e venga meno quel supporto su cui noi intendiamo ancora costruire il futuro. Per questo credo che la riforma debba portarci ad usare al meglio le cose che abbiamo, noi abbiamo sempre la necessità di avere una mamma che ci aiuti e che ci dia un supporto, e per noi questa figura è sempre stato il sistema cooperativo”.

 

Molto apprezzate, infine, le parole di Giovanni Quaglia, docente dell’Università di Torino, socio Bene Banca ed ex presidente della Provincia: “Cito una frase di Kierkekard: ‘La vita può essere capita soltanto guardando indietro, ma deve essere vissuta guardando avanti’. Credo che si adatti benissimo per le BCC. Sottolineo inoltre l’importanza delle persone che guidano gli istituti, soprattutto su un territorio come il nostro, così peculiare e caratterizzato dalla capacità di intraprendere, dalla serietà, dal lavoro. Dunque è importante non perdere tutto questo, accettando le proposte di adeguamento in grado di continuare a dare risposte soddisfacenti”.

 

Gabriele Destefanis

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