Domenica 4 Dicembre si è svolto, come consuetudine da ormai cinque anni, il memoriale dedicato a Guido Piovano. Il Teatro Baretti di Mondovì è stato ancora spettacolo del particolare evento: il circolo Libertas “La Terna” ha organizzato uno spettacolo di danza a scopo benefico, con il fine di raccogliere fondi in favore del reparto Pediatria dell’ospedale di Mondovì.
Al termine della rappresentazione siamo riusciti a raggiungere Patrizia Piovano, figlia del “Prof.” e cuore pulsante di tutta l’organizzazione insieme a sua madre.
Che cos’è “Dedicato a Guido Piovano” e quando è nata l’idea?
“Nel 1981 i miei genitori hanno fondato il Circolo Libertas “La Terna” punto di riferimento per giovani, genitori, anziani e bambini con lo scopo di promuovere attività sportive, ricreative e culturali a fianco delle quali non sono mai mancate le iniziative benefiche e di sensibilizzazione. Nel 2002, quando mio papà è mancato, improvvisamente l’idea di dedicargli uno spettacolo benefico è venuta da sé, per continuare a tenere vivo il suo ricordo e per seguire il suo motto “credere nonostante è amore grande!”. Abbiamo utilizzato la nostra passione, la danza, per portare un sorriso, per dare una mano a chi può averne bisogno. Due paroline sulla collaborazione con l’ospedale di Mondovì: questo è il secondo anno che devolviamo i proventi dello spettacolo al reparto di Pediatria, perché “nonno Guido” adorava i bambini che riusciva a conquistare con la sua simpatia, la sua ironia e il suo estro”.
Ti aspettavi questo affetto e una partecipazione così numerosa da parte della città di Mondovì?
“Speravo in una partecipazione numerosa perché mio padre era molto conosciuto a Mondovì. Professore storico di educazione fisica all’ITIS di Mondovì, ha tenuto numerosi corsi di formazione, ha insegnato per anni nella nostra Scuola e, soprattutto, è sempre stato schietto e sincero, dedicando almeno una parola gentile ad ogni persona. Credo anche che, quello di pediatria, sia un reparto che stia a cuore concretamente un po’ a tutti i genitori, gli zii e i nonni. Chi non ha a cuore vedere il sorriso sul volto dei bambini?”
Che cosa dobbiamo aspettarci allora per il futuro?
“Finché avrò la collaborazione del mio team di insegnanti e finché i nostri allievi e i loro genitori saranno sensibili a queste iniziative, continueremo a proporre questo evento benefico per dare un aiuto concreto ad enti o associazioni onlus, come noi, che operano nel sociale. Come i miei genitori l’hanno trasmesso a me, così vorrei cercare di trasmettere ai miei allievi piccoli (e grandi) l’immensa gioia che si prova nell’essere utili agli altri”.
Daniel Sebastian Ossino