Nella seduta del 13 dicembre è iniziato l’esame in Aula della proposta di deliberazione n. 184 “Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2017-2019” che era stata licenziata il 5 dicembre dalla Commissione Bilancio.
Il Defr, che disegna il quadro di riferimento economico sociale all’interno del quale si troverà ad operare il bilancio regionale, illustra gli obiettivi e la compatibilità delle risorse.
Il documento dovrebbe consentire di coprire nel triennio la pesante situazione di disavanzo pur mantenendo, tra il 2017 e il 2019, il livello dei servizi garantiti nel 2015 e nel 2016.
Un documento che, in base al decreto legislativo n. 118/2011, è stato redatto suddividendolo per missioni per programmare le politiche regionali ordinate per aree tematiche.
Sempre in adempimento del 118/2011 “è predisposto un bilancio consolidato che è composto dall’insieme armonizzato del bilancio della Regione e di tutte le sue società partecipate”, ha spiegato il vicepresidente della Giunta regionale, con delega al Bilancio, Aldo Reschigna.
Il vicepresidente ha ammesso che – “nonostante la situazione economica del Piemonte sia lievemente migliorata rispetto al periodo della crisi, con margini di crescita nel turismo e nell’agricoltura e con un sistema manifatturiero che conserva ancora una sua forza e una sua importanza,sul futuro continuerà a pesare l’indebitamento”.
Reschigna ha pure presentato, anche alla luce dell’esito referendario, degli emendamenti per aggiornare il testo elaborato alcuni mesi fa all’atto del deposito in Commissione.
Quattro proposte di modifica concernenti: il bilancio consolidato, gli enti provinciali, la logistica e i trasporti e il recupero dell’evasione fiscale.
Dopo la presentazione del vicepresidente è iniziato il dibattito generale con la partecipazione di numerosi consiglieri: Davide Bono e Mauro Campo (M5S), Gian Luca Vignale (FI), Andrea Appiano (Pd) e Marco Grimaldi (Sel).
Secondo il gruppo M5S il documento elaborato dall’Esecutivo è di basso profilo “con poca ambizione, poca strategia e che aspettava la vittoria del no al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Le risorse economiche sono vincolate al nostro debito mostruoso creato dalle precedenti Giunte regionali e in pratica si continua a scaricare sulle generazioni precedenti.
Esultare, come fa la maggioranza, perché si hanno a disposizione le stesse risorse dell’anno scorso non è corretto dato che, in realtà, a causa dell’inflazione e per le situazioni derivanti dall’invecchiamento della popolazione, dovrebbero essere opportunamente aumentate”.
“Sarebbero importanti interventi a favore delle politiche della famiglia – ha dichiarato Vignale – per tentare di invertire il trend che nel 2015 ha portato ormai anche ad un aumento della mortalità sempre in presenza di livelli molto bassi di natalità. In Europa è dimostrato che senza interventi queste situazioni, dovute alla sfiducia nel futuro e alla mancanza di concrete prospettive per i giovani, non si correggono”.
Anche Vignale ha poi registrato la mancanza di un progetto strategico.
Appiano, che ha elogiato quanto predisposto dall’Esecutivo, ha sottolineato “il forte impegno sul riassetto del territorio, soprattutto dopo la recente alluvione per ulteriore consolidamento di quanto era già stato fatto e che ha permesso di contenere le conseguenze negative dell’evento. Importante anche portare avanti il Piano della qualità dell’aria”.
“I piemontesi con alta scolarizzazione ormai spesso prendono la via dell’estero” ha lamentato Grimaldi pure appoggiando il documento della Giunta regionale.
Secondo l’esponente del gruppo Sel “dopo aver messo in ordine i conti è tempo di difendere il reddito dei lavoratori e di pensare a disoccupati e giovani reduci dalle conseguenze della crisi”.
Chiuso il dibattito generale è iniziata l’illustrazione degli emendamenti al testo presentati dai gruppi consiliari.