Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Torino, in piena sinergia con i dirigenti della scuola, ha ispezionato, con l’impiego delle unità cinofile antidroga, le aule ed i principali punti di aggregazione interni ed esterni di alcuni plessi scolastici, tra i quali l’Istituto tecnico “Enzo Ferrari” di Susa (TO).
Centinaia i locali e gli studenti “fiutati” dai cani dei Finanzieri della Compagnia di Susa e della Tenenza di Bardonecchia. Cinque studenti, di cui tre minorenni, sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti, in quanto trovati in possesso di hashish e marijuana, nonché dei classici sminuzzatori denominati “grinder”, utilizzati per macinare lo stupefacente.
Per loro, come vuole la normativa, verrà predisposto un apposito percorso di recupero. Per i minorenni sono stati anche doverosamente informati gli esercenti la potestà genitoriale. Sostanza stupefacente è stata rinvenuta anche in vari ambienti scolastici pronta per essere utilizzata, ma nascosta in modo tale da non poter risalire al responsabile, consentendo il sequestro nei confronti di ignoti per la successiva distruzione.
Il fenomeno del consumo di droga tra i giovanissimi è monitorato con grande attenzione sia dalle autorità scolastiche sia dalla Guardia di Finanza di Torino che non solo effettua periodici e costanti controlli nei vari istituti scolastici, ma ha anche realizzato una campagna educativa di prevenzione volta alla sensibilizzazione e alla responsabilizzazione dei giovani rispetto al problema dell’uso e della dipendenza dalle droghe.
Il progetto, in collaborazione con le Dirigenze scolastiche, è stato attuato attraverso molti incontri presso le scuole del territorio provinciale durante i quali i ragazzi hanno appreso come la Guardia di Finanza di Torino opera in questo delicato settore anche attraverso delle dimostrazioni pratiche delle unità cinofile delle Fiamme Gialle.
Il messaggio recepito dai giovani in modo “forte e chiaro” è che anche il minimo quantitativo di droghe acquistato per uso personale alimenta un mercato illegale che arricchisce i “mercanti di morte”.