Alberto Valmaggia traccia un bilancio di metà mandato come Assessore Regionale

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Alberto Valmaggia è stato eletto consigliere regionale nel maggio 2014, con oltre 7000 preferenze: il candidato a Palazzo Lascaris della provincia di Cuneo che ha ottenuto il maggior numero di voti.

A giugno, il presidente Chiamparino gli ha affidato un pacchetto di sostanziose e impegnative deleghe: Ambiente, Sviluppo della Montagna, Urbanistica, Programmazione Territoriale e Paesaggistica, Foreste, Parchi e Protezione Civile. A due anni e mezzo dall’insediamento, Luca Gosso dello staff di Valmaggia, in collaborazione con gli Uffici, ha elaborato un agile e completo volumetto di venti pagine sull’opera svolta dai diversi settori. Partendo dalla situazione ereditata dalla precedente Amministrazione. “Quando mi ero candidato – afferma Valmaggia – avevo assunto l’impegno di un costante confronto e di una reciproca informazione verso tanti amici e amministratori locali. A metà mandato, tra gli strumenti comunicativi messi in campo, ho ritenuto utile tracciare, in modo organico, però sufficientemente sintetico, un bilancio dell’attività. Per far conoscere la strada percorsa e riuscire a trasmettere un poco dell’impegno profuso, indicando le piste di lavoro future. Senza autocompiacimento, ma con l’obiettivo di ritrovare nuovi stimoli e nuove energie nel proseguire il cammino iniziato”.
I testi del bilancio di metà mandato dell’assessore Valmaggia saranno visionabili e scaricabili a breve sul sito dell’Associazione Monviso in Movimento www.monvisoinmovimento.it

 

Presenze e lavoro dell’assessore Valmaggia
In due anni e mezzo, l’assessore Valmaggia è stato presente a 166 su 182 sedute del Consiglio regionale e a 146 su 162 riunioni della Giunta, ha risposto a 178 interrogazioni e interpellanze, gestito 140 ordini del giorno e mozioni e portato 384 delibere all’approvazione della Giunta stessa.

 

Conti della Regione
La Giunta Chiamparino ha dovuto affrontare subito una situazione di forte indebitamento: 10 miliardi di euro, con l’impegno di restituirne 1,2 entro la fine della legislatura e senza creare ulteriori “sforamenti”. Dal giugno 2014, grazie al lavoro del vicepresidente Aldo Reschigna, il bilancio piemontese è stato rimesso in condizioni di sostenibilità, operando tagli alle spese di funzionamento della macchina e ai costi della politica (prima Regione in Italia ad aver adeguato l’indennità dei consiglieri a quella del sindaco del proprio capoluogo).

 

Sanità
Dal 1º gennaio 2017 il Piemonte è fuori dal Piano di rientro in cui era “caduto” a partire dal 2012 con un buco di 1,505 miliardi di euro da coprire in 10 anni. Questo permetterà di tornare a investire per diminuire le liste di attesa, varare un Piano di assunzioni del personale medico e infermieristico, incrementare i servizi di assistenza territoriale e il potenziamento delle case della salute.

 

Ambiente
Nel settore sono stati adottati molto provvedimenti riguardanti l’acqua, l’aria, le bonifiche, le valutazioni ambientali, l’elettromagnetismo, la biodiversità, i rifiuti, il rischio industriale, il rischio nucleare, il rumore e la salvaguardia ambientale. Tra i più importanti, sono stati concretizzati il Piano di gestione del fiume Po, quello per la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, il documento sui pozzi irrigui con l’obiettivo di evitare l’inquinamento della falda acquifera, il semaforo antismog per i Comuni con più di 15.000 abitanti. Poi, dopo 18 anni di attesa, il nuovo Piano dei rifiuti e, dopo 8 anni di tentativi, quello relativo all’amianto. Infine, è entrato in vigore il riordino del sistema di gestione delle aree protette piemontesi (i parchi) ed è stato rafforzata l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte.

 

Urbanistica
Tra le azioni in fase di realizzazione ci sono il completamento dei regolamenti attuativi di governo del territorio, l’integrazione dei sistemi informativi ambientali e territoriali, la valorizzazione del territorio e del paesaggio, con particolare attenzione al sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato. Inoltre, è in via di approvazione definitiva l’articolato e complesso Piano Paesaggistico Regionale.

 

Le Foreste
Il Piemonte, dopo la Sardegna e la Toscana, è la Regione italiana con la maggior estensione forestale. Gli operatori del settore in forza all’Ente sono 470, di cui 200 con il contratto stagionale. I principali risultati raggiunti nel periodo 2014-2016 riguardano: la semplificazione e la chiarezza normativa come la riduzione delle procedure per i tagli boschivi; la predisposizione del Piano Forestale Regionale 2017-2027 che verrà approvato a breve; la conclusione del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 e l’approvazione di quello 2014-2020 con 5 misure, articolate in 16 sotto misure e una dotazione finanziaria complessiva di 80 milioni di euro.

 

Sviluppo della Montagna
La prima metà del mandato è stata impegnata per dare una nuova “governance” alle terre alte. Nel 2014 c’erano in Piemonte 22 Comunità Montane con 300 dipendenti, che svolgevano quasi esclusivamente le funzioni regionali delegate in materia di sviluppo montano. Dopo almeno 200 incontri si è arrivati al nuovo assetto con 56 Unioni Montane e 520 Comuni coinvolti, alle quali sono anche state affidate da 2 a 9 funzioni comunali. Per sostenere il delicato e importante passaggio il fondo montagna è stato stabilizzato in 11 milioni di euro all’anno. Il personale è stato interamente ricollocato e per effetto dei pensionamenti o della mobilità si è passati da 300 a 130 lavoratori. Dopo questa fase di riorganizzazione, tra gli obiettivi del 2017 c’è l’elaborazione di una nuova Legge sulla montagna per dare nuove prospettive di sviluppo a un territorio che occupa oltre il 50% della superficie complessiva del Piemonte e ha straordinarie risorse da valorizzare.
Associazionismo fondiario
Il 26 ottobre 2016, la Regione, prima in Italia, ha approvato la Legge che aiuta la costituzione delle associazioni fondiarie e la valorizzazione dei terreni agricoli e forestali nelle terre alte. L’obiettivo è di contrastare lo spopolamento delle colline e delle montagne piemontesi, favorendo la ricucitura e il recupero dei tanti terreni frazionati e incolti che sono presenti in queste zone, per renderli nuovamente produttivi e, di conseguenza, appetibili al riuso. Infatti, dal 1982 al 2010 in alta montagna si è registrata una diminuzione del 55,7% della superficie agricola utilizzata.

 

Risorse europee
Legato allo sviluppo montano ci sono in ballo consistenti risorse europee. I progetti Alcotra hanno l’obiettivo di finanziare i programmi di cooperazione transfrontaliera. Per il periodo 2014-2020 la dotazione finanziaria complessiva è di 198 milioni di euro e sono già stati approvati due bandi per un totale di 77 milioni di euro. Invece, sempre durante lo stesso periodo, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale, la misura 19 prevede il sostegno allo “sviluppo locale partecipativo-Leader”. A realizzare i percorsi progettuali sono i Gruppi di Azione Locale (Gal) del territorio che sono chiamati a elaborare degli specifici Programmi di Sviluppo Locale (Psl). Il 27 ottobre 2016 la Regione ha approvato i programmi dei 14 Gal ammessi al finanziamento, assegnando 64 milioni di euro di contributi pubblici. A loro volta, i Gal daranno vita ai Psl attraverso la pubblicazione, a partire dal mese di febbraio 2017, dei bandi rivolti ad attori pubblici e privati.

 

Protezione Civile
Il sistema regionale coordina i volontari della Protezione Civile, quelli degli Antincendi boschivi, dell’Associazione Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Alpini: gruppi che ricevono dall’Ente subalpino 2 milioni di euro per le loro attività quotidiane e intervengono nelle emergenze e nelle operazioni di prevenzione. Dal 2014 si è cercato di dare risposte concrete alle richieste arrivate dai sindaci. In particolare sono state approvate le Linee guida per le operazioni di manutenzione dei fiumi con l’asportazione della vegetazione negli alvei. Una pulizia resa possibile grazie a procedure autorizzative semplificate e all’esenzione dal pagamento dei canoni. Inoltre, si è continuato nella programmazione di esercitazioni sia con l’obiettivo di addestrare i volontari che per ridurre il rischio di esondazione dei corsi d’acqua. Nel 2016 sono stati destinati ai Comuni e alle Unioni di Comuni 500.000 euro per sostenere le stesse esercitazioni di pulizia dei fiumi e per l’acquisto di divise e attrezzature destinate agli operatori.
Un fiore all’occhiello del Sistema di Protezione Civile regionale è anche il Soccorso Alpino e Speleologico, con 56 stazioni e 1200 volontari altamente specializzati. Ci sono poi i Vigili del Fuoco volontari: un’altra bella realtà con 80 distaccamenti e 2000 operatori.