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Viticoltura eroica nel Testo unico del Vino varato dal Parlamento: azione delle Unioni Montane con Uncem, Regione, Arev e Mipaaf

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Entra in vigore domani, 12 gennaio 2017, il “Testo unico del vino”, la legge 238, approvata il 12 dicembre 2016 dal Parlamento.

La “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino” contiene all’articolo 7 il riconoscimento e la salvaguardia dei vigneti eroici o storici, affermando che “Lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, denominati vigneti eroici o storici”, dando il mandato al Ministro per le Politiche agricole di individuarli e definire gli interventi finanziabili.

“Uncem lavora anni sulle politiche di sviluppo della viticoltura eroica, in accordo con la Regione Piemonte, con Arev quale Associazione europea delle Regioni vitivinicole e con il Cervim, il Centro per la viticoltura eoroica – evidenzia Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – Ora questa legge, il testo unico sul vino e l’articolo 7, riconoscono il percorso fatto e lo rilanciano, come anche da Uncem sollecitato e richiesto nel corso dell’iter parlamentare”.

Uncem ha già avviato, per la viticoltura eroica sulle Alpi e sugli Appennini, una serie di lavori con le Unioni montane di Comuni, e cercherà ulteriore massima sinergia con l’assessorato regionale guidato da Giorgio Ferrero e con il viceministro Andrea Olivero.

“In loro vi è grande sensibilità per questi temi – prosegue Riba – e sono certo che quanto la legge demanda al Ministero verrà compiuto in tempi rapidi.

Dobbiamo lavorare molto sul miglioramento del prodotto e soprattutto sulla promozione delle bottiglie d’eccellenza prodotte sui terrazzamenti e sui versanti in quota.

Abbiamo grandi esempi in Europa, che dobbiamo conoscere e dobbiamo far crescere nuovo marketing per nuovi e tradizionali mercati.

Possiamo guardare con ottimismo al futuro di questo settore grazie al lavoro fatto dall’Università di Torino, in particolare sotto la guida del prof.

Vincenzo Gerbi, dalla scuola Malva Arnaldi di Bibiana, da piccole cooperative, dai produttori singoli e anche da molti Comuni che hanno seguito e aiutato i proprietari a strappare piccole porzioni di territorio all’abbandono.

Rispetto al passato oggi possiamo contare sulla legge regionale che incentiva l’associazionismo fondiario e anche su tanti giovani che hanno voglia di fare impresa in montagna. Il settore vitivinicolo può dare loro importanti risposte”.

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