Ogni anno mancano 80 milioni di euro agli stanziamenti regionali per le politiche sanitarie in provincia di Cuneo: questo l’allarme lanciato dai sindaci dell’Asl CN1, riuniti in conferenza in Sala Falco nel pomeriggio di lunedì 5 dicembre.
L’ordine del giorno, approvato all’unanimità, sottolinea come per la Granda vengano adottati differenti criteri di finanziamento del servizio sanitario rispetto a quanto accade per il torinese.
Ad accendere i riflettori sul problema è stata la Cabina di regia, un organo di studio e coordinamento politico dei sindaci nato in seno al Consorzio Socio Assistenziale del cuneese ed al Comitato dei Sindaci del Distretto Sanitario, che da tempo analizza i dati relativi al Fondo Sanitario Regionale.
«La nostra richiesta – spiega Lorenzo Busciglio, sindaco di Beinette e portavoce del gruppo di lavoro – intende far luce sulle modalità di distribuzione del Fondo sanitario indistinto, che rappresenta la maggior parte del budget totale della sanità piemontese.
Secondo i nostri calcoli, circa il 90% di questo fondo viene distribuito ad Asl, aziende ospedaliere ed altri enti del settore sanitario secondo criteri oggettivi e condivisibili, quali il numero globale dei residenti, il numero di anziani, il numero di enti che necessitano controlli igienico-sanitari ed altri parametri ragionevoli.
Il restante 10%, invece, confluisce in un Fondo di riequilibrio che va a finanziare i disavanzi e, quindi, le inefficienze dei vari enti.
Prendendo in considerazione i dati 2015, ad esempio, è possibile notare come vi siano aziende sanitarie che fanno largo ricorso a questo fondo, come l’Asl TO 2 (16,8%), l’Asl VC (9,6%) e l’Asl TO1 (7,4%), mentre altre realtà ricevono risorse minori in quanto sono più efficienti: è il caso della sanità cuneese, con l’Asl CN1 al 2,9% e l’Asl CN2 allo 0,4%, ma anche di quella novarese, con l’Asl NO ferma allo 0%.»
Il nuovo obiettivo della Regione è l’efficientamento della spesa di tutti gli enti sanitari, attuato con un taglio del 5% per il 2015 e del 20% per il 2016. Questo approccio però, secondo i sindaci del cuneese, incide in modo indistinto su tutti gli enti sanitari, penalizzando quanti hanno già i conti in ordine.
«Quel che proponiamo – prosegue Busciglio – è l’introduzione di un criterio di effettivo riequilibrio tra le varie Asl e Aso. Il metodo attuale non tiene conto del punto di partenza in cui si trovano ad oggi le varie realtà, ed è condizionato da una vecchia logica di “finanziamento storico” ora non più sostenibile.
La nostra convinzione è che, senza aggravio di spesa per la Regione Piemonte, si possa arrivare ad un servizio sanitario non soltanto efficiente, ma anche equo nei confronti di tutti i cittadini residenti su tutto il territorio regionale».
La richiesta alla Regione dei sindaci cuneesi è quella di tradurre questa proposta alternativa in una disposizione concreta e vincolante per tutti gli enti sanitari.
Un primo segnale di apertura arriva dal consigliere regionale Paolo Allemano, membro della commissione Sanità, che ha ringraziato i sindaci per il lavoro di studio promettendo di sottoporre quanto prima la proposta all’attenzione della giunta Chiamparino.