Nella cattedrale di San Lorenzo ad Alba, l’ultimo saluto al commendator Gian Giacomo Toppino. Sindaco di Alba dal 1972 al 1977 è entrato per la prima volta in Consiglio comunale il 6 novembre del 1960.
Dal 1964 al 1972 è stato assessore. Poi l’elezione a Sindaco il 7 giugno 1972, la riconferma il 28 luglio 1975 e le dimissioni il 16 settembre del 1977.
Durante i suoi mandati amministrativi ha istituito l’ufficio stampa e pubbliche relazioni, approvato il regolamento dei consigli di quartiere, dato il via a diverse opere pubbliche.
Diverse personalità istituzionali alle esequie iniziate con il corteo arrivato in piazza Risorgimento da via Cavour prima dell’ingresso in duomo. Qui, in prima fila, la famiglia, il Sindaco di Alba Maurizio Marello e gli ex Sindaci della città: Ettore Paganelli, Tomaso Zanoletti, Enzo Demaria e Giuseppe Rossetto.
«Esprimo sentimenti di vicinanza e solidarietà per questo momento difficile – ha dichiarato il Sindaco Maurizio Marello durante l’ultima parte della cerimonia – Lo faccio personalmente, a nome della città e a nome degli ex Sindaci qui presenti. Tutti a testimoniare l’affetto di Alba di ieri e di oggi verso uno dei protagonisti principali degli ultimi sessant’anni della città. Fino a qualche tempo fa saliva faticosamente le scale del Palazzo comunale per venire a trovarmi e dispensarmi consigli sempre ben accetti. L’ho sempre trovato giovane di spirito, pieno di buone idee e di nuove proposte, profondamente innamorato della sua città e della sua gente. Noi siamo qui per dire grazie a Gianni per quanto ha fatto come amministratore pubblico negli anni del boom demografico, in cui Alba doveva dotarsi di strutture fondamentali. In quegli anni il Sindaco Toppino si aprì al dialogo con tutti coloro che potevano dare un contributo per far diventare la nostra città quello che è diventata. Ed ha continuato a seguirla fino all’ultimo. Ha fatto delle battaglie importanti come quella per il nuovo ospedale. Se ne va un uomo giusto, retto, fedele alla nostra Costituzione. Siamo stati fortunati a conoscerlo, a sperimentarne l’amicizia, la bontà e l’affetto ed abbiamo il dovere di conservare nella nostra mente ma soprattutto nelle nostre azioni questa bella testimonianza di vita».
«La sua scomparsa – ha sottolineato il parroco del duomo don Dino Negro – è una perdita per la città privata di una personalità autorevole e stimata, figura di riferimento, uomo cresciuto nell’ambito cattolico e sociale di cui era ispiratore lo zio Sandro. Ha impostato la sua attività politica al servizio della comunità e delle persone. Grande sensibilità e disponibilità all’ascolto. Uomo di finissima cultura, socievole, ironico sempre aperto al dialogo. Grazie per la tua bella e trasparente testimonianza Gianni».
Durante la cerimonia funebre, tra l’altro anche il ricordo personale di una delle figlie e quello del Direttore dell’Associazione Commercianti Albesi Giuliano Viglione.
c.s.