Era attesa con curiosità l’interpellanza sulla toponomastica cittadina che il consigliere di maggioranza Riccardo Cravero aveva annunciato di voler presentare nella seduta di gennaio del Consiglio comunale di Cuneo.
La questione è nota: l’Istat, attraverso una disposizione, avrebbe imposto di modificare i nomi di strade e piazze, trasformando le attuali diciture sulla segnaletica stradale. Niente più numeri romani o descrizioni ridotte, ma nomi per esteso. “Un’indicazione che rasenta l’assurdo e che risulterebbe antistorica, andando contro le nostre radici e la nostra cultura”, ha spiegato Cravero, che ha proseguito: “C’è poi da considerare anche il costo economico che comporterebbe questo cambiamento. E allora chiedo al sindaco in base a quale legge ci verrebbe imposta una cosa del genere, e se siamo obbligati a farlo”.
“E’ una baggianata, non bisognerebbe neanche parlarne. Una cosa simile non si deve fare e basta”, ha aggiunto Beppe Lauria che, rivolgendosi al sindaco, ha poi scherzato: “La esorto a non fare questa cosa, la aiuterò anche al ballottaggio!”. Borgna ha risposto spiegando che l’adeguamento richiesto dall’Istat è un obbligo di legge: “Nasce dall’esigenza di aggiornare le banche dati, con l’obiettivo di avere un codice unico nazionale ed anche internazionale per riconoscere le strade. Ma vi tranquillizzo: non comporterà nessun cambiamento sui documenti di identità e non sarà necessario cambiare le indicazioni sui cartelli stradali”. La spiegazione non ha convinto del tutto il proponente Riccardo Cravero, che ha così replicato: “Ringrazio per il chiarimento, ma a me non risulta che sia un obbligo di legge”.
Sempre il sindaco ha risposto anche all’interpellanza presentata da Pd, Moderati e Gruppo Misto di Minoranza sul piano periferie. Il riferimento è al Bando Periferie con cui il Governo Renzi, nel 2015, ha stanziato 500 milioni di euro per progetti volti al recupero di situazioni degradate nelle periferie delle città. I progetti presentati dal Comune di Cuneo si sono attestati tra il 70° e l’80° posto su 120, quindi fuori dai 24 che inizialmente il Governo ha deciso di finanziare. Per i restanti progetti, c’era da attendere. “Il sindaco si è detto certo che i soldi arriveranno nel giro di 3 mesi, su quali basi ha questa convinzione?”, ha domandato Carmelo Noto. “La delibera del Cipe è imminente, io mi fido, per questo dico che i soldi arriveranno presto”, ha risposto il sindaco. Polemica la replica di Carmelo Noto: “Prendiamo atto che essere arrivati così in basso nella graduatoria è stata una vostra scelta: si è scelto di non progettare e, ancora una volta, di non condividere”.
Durante la prima seduta del 2017, trattato anche l’argomento della nuova rotatoria di Borgo San Giuseppe, nei pressi del fiume Gesso: “E’ pericolosa, crea imbuti e incidenti e non risolve nulla, anzi peggiora le cose. Quei 400 mila euro sono soldi buttati”, ha attaccato Valter Bongiovanni, capogruppo della Lega Nord, a cui ha risposto l’assessore Valter Fantino: “La Regione ha assegnato il punteggio più alto a quel progetto, che rientra nell’ambito del piano nazionale della sicurezza stradale. L’obiettivo è che la gente rallenti, organismi superiori hanno valutato la bontà del progetto e messo del denaro”.
Infine, interessante anche la questione riguardante piazza Galimberti proposta dal candidato sindaco Nello Fierro, che ha domandato: “Il sagrato è rovinato in diversi punti, e ci sono buche riempite col catrame, si farà qualcosa?”. Ancora l’assessore Fantino, confermando la veridicità di quanto detto da Fierro, ha spiegato che il catrame è una soluzione temporanea in attesa di interventi specifici che verranno fatti quando le condizioni del tempo miglioreranno, “ma non è previsto nessun lavoro che coinvolga tutta la piazza. La necessità di un intervento c’è, è vero, ma la prenderei in giro se le dicessi che è previsto a breve, e non è proprio nel mio stile”, ha aggiunto l’assessore.
Gabriele Destefanis