Tutte le organizzazioni imprenditoriali vanno coinvolte nella definizione degli indirizzi di studio e dei profili professionali previsti dalla legge sulla “Buona scuola” affinché corrispondano alle nuove esigenze del sistema produttivo e del mercato del lavoro.
È la sollecitazione espressa dai rappresentanti di Rete Imprese Italia e Confartigianato nel corso dell’audizione sui profili attuativi della legge 107/2015, svoltasi nei giorni scorsi presso la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera.
Sul tema interviene anche il Movimento Giovani Imprenditori, che all’interno del Sistema Confartigianato Cuneo ha da sempre una speciale delega per seguire e sviluppare attività con il mondo della formazione.
«Apprezziamo – commenta Enrico Molineri, presidente del Movimento – le finalità dei provvedimenti attuativi della Legge che, nel revisionare il sistema di istruzione e formazione professionale, puntano a formare gli studenti ad arti, mestieri e professioni strategici per l’economia italiana. Indubbiamente positiva anche la possibilità di attivare percorsi di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato duale.
Tuttavia rileviano, purtroppo, il mancato coinvolgimento delle parti sociali nella individuazione dei nuovi indirizzi di studio dell’istruzione professionale Auspichiamo quindi la costituzione di appositi Comitati nazionali di settore con le parti sociali con il compito di aggiornare costantemente e rapidamente le qualifiche e i diplomi inseriti nel Repertorio nazionale al fine di corrispondere alle realio richieste del mercato del lavoro e alla domanda delle imprese».
Oggi il Repertorio comprende 22 qualifiche e 21 diplomi professionali, troppo pochi per rispondere ad un mercato in costante evoluzione soprattutto nei settori più esposti alla concorrenza degli altri Paesi europei.
In ultimo, il Movimento esprime anche qualche perplessità sulle modifiche delle regole di accesso all’esame di maturità. Come noto, la proposta è che non sia più richiesta la sufficienza in ogni materia, ma solo nella media totale.
«Riteniamo – conclude il presidente Molineri – che questo “abbassamento” sia controproducente e porti gli studenti a limitare le proprie possibilità ed aspirazioni, andando completamente in controtendenza con quanto dovrebbe davvero fare la scuola. E cioè, non solo trasmettere nozioni, ma formare spirito critico e plasmare l’individualità dei ragazzi, i quali rappresentano davvero il nostro futuro».