La complicata vicenda della nocciola “Tonda Gentile delle Langhe” è giunta a una soluzione finale che dà ragione a quanto aveva sostenuto il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il cuneese Andrea Olivero.
Nel concreto: “Non possiamo chiedere all’Olanda di togliere la dizione se non ce l’abbiamo anche noi come Italia inserita nel registro delle varietà vegetali”. Per questo era stata introdotta nel nuovo registro italiano, provocando la preoccupazione dei produttori delle Langhe che, in passato, pur avendo scelto il marchio Piemonte Igp per rappresentare il loro prodotto, si sentivano comunque defraudati come territorio in quanto il nome “Tonda Gentile delle Langhe” poteva essere usato, anche se solo per la specie vegetale e non per il prodotto, in tutta Italia. Ora, su pressione del dicastero italiano e il lavoro puntuale fatto dal viceministro Olivero, l’Olanda ha avviato la procedura di cancellazione della dicitura dal proprio registro.
Cosa significa per i produttori delle Langhe? “Il concreto rischio di furto della denominazione, che non era fatto da Roma ma dagli olandesi, è scongiurato e quindi nessuno potrà usare il termine Langhe in modo improprio. Un gran bene per chi vive di prodotti, come le nostre nocciole, che acquistano valore anche dalle aree produttive”.
Cosa potranno fare in futuro gli stessi produttori? “Se lo vorranno si potrà intraprendere la strada di una Dop “Langhe”, ma questo dipende dalle scelte che le imprese riterranno più utili per promuovere il loro prodotto. In ogni caso possono stare sicuri che chi oggi è al governo non è pazzo né insensibile alla tutela delle denominazioni. Al contrario, stiamo con fatica sistemando tante vicende come questa in attesa che l’Europa si doti di registri unici delle specie varietali”.
La dizione resterà per le altre zone italiane? “Abbiamo deciso di togliere dai cartellini delle piante in vendita la dicitura “delle Langhe”, per evitare ogni ambiguità. Rimarrà la dizione solo come sinonimo di “Tonda Gentile”, perché altrimenti qualsiasi Paese al mondo potrebbe dopo due anni registrare la varietà avendone titolo. In ogni caso nessuno potrà citare le nocciole come “delle Langhe” se non prodotte sulle nostre colline”.
Cosa insegna questa vicenda? “Insegna che c’è chi fa polemica e alimenta paure, pur giustificate dalla complessa vicenda internazionale, e chi invece lavora ogni giorno per risolvere i problemi e alla fine porta a casa il risultato. Non amo le polemiche, ma chi sta in Europa collabori con noi per risolvere i problemi e non ne inventi di nuovi, col rischio di danneggiare in primo luogo i nostri produttori”.