Inaugurato oggi alle 10 l’anno accademico 2016-17 dell’Università di Scienze Gastronomiche.
Nell’Aula Rossa dell’Agenzia di Pollenzo, ha aperto la cerimonia il rettore Piercarlo Grimaldi, che ha tracciato un bilancio dei suoi anni di rettorato, ricordando gli inizi dell’ateneo, la sua crescita, il contributo portato sia alla rinascita del borgo stesso di Pollenzo che allo sviluppo delle scienze gastronomiche a livello internazionale.
Ha tratteggiato inoltre l’attività didattica, quindi i filoni di ricerca e in particolare l’idealità che anima l’UNISG.
“La promessa che la nostra Università stipula con i giovani del mondo che da noi si iscrivono si fonda su una scommessa motivata da parole autorevoli, solide e oneste. Il buono, pulito e giusto del movimento Slow Food sono anche la cifra ultima del nostro linguaggio accademico che su queste categorie di sintesi trova i fondativi concetti ancorati a beni reali con i quali contribuire alla tessitura dell’ordito e della trama del nuovo linguaggio. Il linguaggio su cui lavoriamo è nuovo perché, se da un lato si fonda su una concreta memoria di passato, dall’altro intercetta e progetta le spinte innovative che scaturiscono da una nuova coscienza del cibo, volta a pensare al nostro vivere e al nostro comportamento non come egoistico modello” ha spiegato il rettore.
Infine, dopo aver ringraziato e salutato docenti, staff e studenti, il rettore Grimaldi ha voluto chiudere con un commosso ricordo: “Non posso non ricordare la figura di un giovane che per sete di conoscenza e di giustizia ha pagato con la sua vita. A Giulio Regeni voglio dedicare queste pagine, affinché la sua memoria rimanga anche parte del nostro Ateneo”.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti degli studenti, Federico Mattarelli e Bruno Morett Figueiredo Rosa.
È stata la volta, quindi, della Lectio Magistralis del prof. Domenico De Masi, intitolata “Una semplice rivoluzione”.
“Il grande paradosso di oggi è dato dal fatto che ogni anno la ricchezza complessiva del pianeta aumenta, ma in ogni paese aumenta proporzionalmente il divario tra ricchi e poveri.
Questo comporta disgregazione sociale. La nostra società postindustriale è priva di modelli di riferimento e sembra senza sbocchi, poiché ha basato la sua potenza sulla presunta disponibilità infinita delle risorse naturali, sulla presunta crescita infinita del Pil, sulla mercificazione della terra, dei prodotti materiali e immateriali, dei rapporti umani e della cultura, sul consumismo di massa, creando effetti devastanti a livello mondiale” ha esordito De Masi.
“Siamo però giunti ad un momento unico, perché l’umanità si trova in mezzo al guado, tra la società industriale che declina e quella postindustriale che avanza.
Il neo-liberismo ha trasformato ogni attività in competizione e ha snaturato la convivialità in un continuo susseguirsi di gare per distinguere tra vincenti e perdenti – ha aggiunto il sociologo – ecco perché occorre passare da una società competitiva a una società del dono. Ovvero chi ha di più, lo doni agli altri: si impari a non rapinare gli altri, ma a donare.
La natura dell’uomo ha insita la solidarietà, mentre la competitività crea stress”.
De Masi ha quindi esplicato la sua proposta per passare dalla competizione al dono, lasciando spunti di riflessione e di cambiamento alla platea.
“Questo si può sintetizzare in 12 punti: donare socialdemocrazia, per non morire di liberismo; donare tecnologia per ridurre la fatica; donare lentezza per eliminare lo stress; donare il pressappoco, per umanizzare il mondo della precisione; donare senso alle cose per snervare il consumismo; donare ozio creativo per ribaltare l’alienazione; donare lavoro per ingannare la depressione; donare indignazione per sconfiggere l’oppressione; donare visione per non brancolare nel buio; donare felicità per non appassire nella melanconia; donare bellezza, per non morire di arsura; donare follia, per non affogare nell’ovvietà”.
Ha chiuso la mattinata Carlo Petrini, presidente dell’UNISG.
“Il mio augurio è che il rettore Piercarlo Grimaldi possa concludere la sua avventura a Pollenzo con il raggiungimento della classe di laurea per le Scienze Gastronomiche, nonostante le intemperie politiche del momento. Si tratta di un punto di approdo importantissimo. Non c’è nessun senso di addio, ma un arrivederci. Questo è un percorso che continua, che vede il cambio delle generazioni”.
Ricollegandosi poi alla lectio di De Masi e al concetto di dono e di volontariato, Petrini ha parlato di felicità e di condivisione, rivolgendosi agli studenti di Pollenzo: “L’elemento distintivo della vostra felicità sarà quando voi farete qualcosa per coloro che hanno meno di voi, quando vi impegnerete nel dare un po’ del vostro tempo per cambiare le cose. Il bene comune oggi è dato dalle buone pratiche e dal volontariato”.
Petrini ha concluso lanciando un appello: “Pollenzo deve diventare più inclusiva e si deve allargare nel mondo. Lavoriamo perchè l’UNISG sia una università diffusa: portate il vostro sapere nei vostri paesi e diffondete la nostra didattica. Non ci sarà mai cambiamento, senza educazione”.