L’Associazione Ferrovie Piemontesi ritiene opportuno intervenire pubblicamente per chiarire alcuni aspetti e evidenziarne altri del (finalmente) dinamico dibattito circa la mobilità eccellente e sostenibile che da qualche mese è divenuto parte della cronaca regionale del Piemonte meridionale e orientale.
Tre sono i momenti su cui stiamo concentrando la nostra attenzione:
1) Istanza di ripristino delle ferrovie Casale – Vercelli e Casale – Mortara dove AFP è coprotagonista, con l’Amministrazione casalese, la lista-associazione Casale Bene Comune e Legambiente Casale, dell’ottimo risultato raggiunto con mobilitazioni e incontri pubblici che sfoceranno in un incontro imminente fra l’Amministrazione di Casale e l’Amministrazione Regionale.
2) Introduzione nel dibattito politico per le elezioni amministrative di Mondovì e Cuneo del destino della linea ferroviaria Cuneo – Mondovì, linea su cui AFP ha speso energia trovando assolutamente impensabile che non venga recuperata avendo essa numeri e contesti che ne impongono quanto prima il ripristino. A tale scopo evidenziamo come i candidati Bessone e Isoardi abbiano posto l’accento su un punto nodale del problema: lo spreco non sta in un ripristino dell’esercizio ferroviario potenzialmente poco fruito, ma nell’abbandono di una infrastruttura efficiente sostenibile che corre parallela a una costosa (socialmente e ambientalmente) infrastruttura congestionata insostenibile.
3) Istanza di ripristino dei collegamenti ferroviari dell’Area Unesco che da Casale Monferrato va ad Alba passando per Asti, i cui promotori, esponenti del mondo imprenditoriale e politico della zona, arriveranno a breve a un incontro con l’Amministrazione Regionale e ai quali AFP ha inviato il proprio contributo tecnico e esperienziale, avendo attraverso convegni e assemblee, dibattuto della necessità del sistema ferroviario in quelle zone dai tempi del loro scellerato abbandono.
Per tutti e tre gli eventi esistono dei punti, messi in discussione o impropriamente esposti da alcuni organi di informazione, che devono essere chiari al pubblico nel momento in cui si formerà un’opinione in merito:
1) Le linee oggetto di discussione non sono dismesse, ma sono linee sospese i cui eventuali costi di ripristino e
manutenzione straordinaria fanno capo al gestore dell’infrastruttura e non del servizio regionale. Le linee ferroviarie sono come le strade, fino a che non esiste un decreto di dismissione del Ministero dei Trasporti e
Infrastrutture devono essere accessibili a qualunque vettore che ne richieda l’uso pagandone un corrispettivo omologo del pedaggio autostradale.
2) Le linee su cui insistono criticità infrastrutturali possono essere parzialmente riattivate in tempi brevi rimodulando l’offerta del TPL, ci riferiamo alla linea Asti – Alba i cui vari progetti di ripristino sono stati studiati da Agenzia per la Mobilità Piemontese, ma esistono anche studi precedenti e paralleli del mondo professionistico consultabili in rete.
3) La ripresa dell’esercizio ferroviario sulle linee sospese all’inizio degli anni Dieci non significa ripristinare lo stesso
maldestro esercizio in essere al momento della loro sospensione, ma un servizio efficace e dal costo equivalente o inferiore sul quale AMP ha già fornito proposte condivisibili sulle cui linee di principio convergono anche i nostri tecnici. È fondamentale che le istanze di ripristino dei servizi ferroviari in essere abbiano la massima visibilità e il massimo sostegno perché siamo al punto di svolta fra una virata verso un Piemonte moderno e sostenibile o una prosecuzione verso il consolidamento di un Piemonte spogliato di dignità nei suoi territori non metropolitani e
destinato a essere periferia un po’ dimessa delle altre realtà. Fermo restando il nostro impegno e la nostra disponibilità anche a concorrere in nuove iniziative per quanto concerne il ripristino dell’esercizio ferroviario sulle altre tratte regionali oggetto di scellerata sospensione sulle quali comunque sono presenti materiali sul nostro sito www.afpiemonte.it