Delle circa 438mila imprese aventi sede in Piemonte a fine 2016, poco meno di una su dieci risulta guidata da stranieri: in base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge, infatti, come al 31 dicembre dell’anno appena concluso le imprese straniere registrate in Piemonte siano 41.459.
Nonostante il perdurare di condizioni congiunturali ancora non del tutto favorevoli, la componente straniera del tessuto imprenditoriale regionale ha mostrato una vivacità superiore a quella delle imprese piemontesi nel loro complesso, grazie a un numero di iscrizioni superiore alle cessazioni.
Nel 2016, a fronte della nascita di 4.936 imprese straniere, si sono registrate, infatti, solo 3.522 cessazioni (valutate al netto delle cessazioni d’ufficio), per un saldo positivo pari a 1.414 unità.
Analizzando i tassi di crescita degli ultimi quattro anni emerge come, mentre per il totale delle imprese piemontesi la dinamica sia stata sempre negativa (sebbene in attenuazione nell’ultimo biennio), la performance delle imprese straniere sia stata sempre accompagnata dal segno più, raggiungendo nel 2016 un tasso di crescita del 3,5%.
“Negli ultimi quattro anni, l’imprenditoria straniera della nostra regione ha sempre mostrato una dinamica di crescita, confermandosi una risorsa preziosa per l’economia del territorio, in grado di controbilanciare il calo generalizzato delle imprese piemontesi – sottolinea il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -.
Non sono poche le difficoltà che questi imprenditori si trovano ad affrontare, ad esempio nell’accesso ai finanziamenti.
Per sostenerli nella realizzazione delle loro idee imprenditoriali, sono quindi più che mai necessarie politiche di sostegno al credito da parte delle istituzioni; dal canto nostro, come Sistema camerale, in questi anni abbiamo sostenuto finanziariamente il Fondo di garanzia per il Microcredito della Regione Piemonte a supporto dei soggetti non bancabili: un’opportunità importante per gli stranieri che vogliono avviare un’attività economica”.
A livello settoriale, il primo comparto per presenza di imprese straniere risulta, anche nel 2016, quello delle costruzioni, con 13.405 unità.
Il settore edile, che ha vissuto una situazione particolarmente penalizzante negli ultimi anni, ha evidenziato, per la componente straniera una sostanziale stabilità, registrando un tasso di crescita del +1,2%.
Tra i principali settori di specializzazione delle imprese straniere troviamo poi il commercio, che ha manifestato nel 2016 una dinamica positiva (+2,4%), il turismo, cresciuto del 6,3%, e le attività manifatturiere (+7,1%).
Le imprese straniere assumono, nell84% dei casi, la forma di imprese individuali, nell8% si strutturano come società di persone; solo il 7% si costituisce come società di capitale e l’1% assume altre forme.
Analizzando i dati relativi alla natimortalità di queste imprese in base alla forma giuridica, emerge come le società di capitale registrino il tasso di natalità più alto (13,5%), a fronte di un tasso di mortalità piuttosto contenuto (3,5%): ne consegue un tasso di crescita decisamente positivo (+10,3%).
Anche le imprese individuali evidenziano un elevato tasso di natalità (12,8%) controbilanciato però da un altrettanto elevato tasso di mortalità (9,4%): il tasso di crescita appare quindi più ridotto (+3,3%).
Le società di persone manifestano un minor dinamismo, registrando analoghi livelli di tasso di natalità (+5,9%) e di mortalità (5,7%), con un tasso di crescita piatto (+0,2%).
Le altre forme, infine, segnano un tasso di crescita del 2%.
Disaggregando i dati per territorio, risulta come l’incidenza maggiore delle imprese straniere sul totale si registri a Torino, Novara e Vercelli. In termini di dinamica, invece, i tassi di crescita più elevati appartengono al Verbano Cusio Ossola (+5,6%) e a Torino (+4,0%).