Ljubicic, Djokovic, Fognini, Gasquet: sono solo alcuni dei grandi tennisti allenati da Riccardo Piatti, che attualmente segue Milo Raonic, canadese numero 4 al mondo con ancora tanti margini di miglioramento. Per alcuni dei ragazzi della scuola tennis del Michelin Sport Club Cuneo oggi è stata una giornata speciale, perché a seguirli durante un allenamento è stato proprio Riccardo Piatti.
Un’iniziativa resa possibile grazie al rapporto di amicizia tra Piatti e Moreno Baccanelli, direttore tecnico della sezione tennis del Michelin Sport Club Cuneo. L’occasione era rappresentata dall’inaugurazione di un nuovo campo sintetico coperto, ma prima l’attenzione di Piatti è stata tutta per i ragazzi della scuola tennis che hanno partecipato allo stage.
“Sono felice di essere qui per inaugurare questo campo ed anche per vedere questi ragazzi che cominciano a giocare, provando ad aiutarli nel loro percorso di crescita”, ha spiegato Piatti, che si è poi concentrato sui ragazzi. Con grande disponibilità, ma anche con un approccio molto professionale, l’allenatore ha dato consigli ai giovani tennistii, correggendo i movimenti e l’esecuzione dei colpi.
Attentissimi anche gli elementi dello staff di Baccanelli: a loro questo stage è servito per approfondire ulteriormente le metodologie di Piatti, che da un paio di anni stanno già seguendo nel percorso di crescita degli atleti del Michelin Sport Club. “Per noi è un motivo di orgoglio la presenza di un coach di livello come Riccardo – ha detto Baccanelli -, io sono onorato di essergli amico, un’amicizia che risale ai tempi dei Piatti Boys, quando Riccardo aveva portato al circolo Le Pleiadi di Torino i primi giocatori di livello nazionale ed io, da giovane maestro, partecipavo agli allenamenti per carpire qualche segreto. Con la sua esperienza saprà sicuramente trasmettere messaggi tecnici molto importanti ai ragazzi”.
A bordo campo, a godersi lo stage da spettatore, ecco il presidente del Michelin Sport Club Cuneo, Piero Battaglia: “Avere Piatti qui fa davvero piacere, è un grande onore: qualifica la nostra scuola tennis, su cui stiamo investendo tanto anche in termini di attrezzature. La nostra scuola tennis conta circa 80 ragazzi e stiamo facendo sforzi importanti per farla crescere ulteriormente”.
Riccardo Piatti, classe 1958, da circa 30 anni lavora nel mondo del tennis di altissimo livello. Ha allenato, tra gli altri, il croato Ivan Ljubicic (attualmente allenatore di Federer), il serbo Novak Djokovic, gli italiani Simone Bolelli e Fabio Fognini ed il francese Richard Gasquet; al momento segue il canadese Milos Raonic, 26enne numero 4 del mondo. Negli ultimi anni ha messo a disposizione la sua esperienza anche per i più giovani, organizzando stages in giro per l’Italia e l’Europa.
Cosa consiglia ai ragazzi che si avvicinano a questo sport e che vogliono emergere?
“Lo sport è una disciplina e va interpretata in questi termini. E’ un percorso educativo di crescita, noi insegnanti dobbiamo aiutare i giovani, per far sì che questa crescita possa essere loro di aiuto, se diventeranno giocatori di tennis, ma anche nella vita in generale”.
Lei sta seguendo attualmente Raonic: in molti lo indicano come il possibile futuro numero 1 al mondo. Cosa gli manca per fare il definitivo salto di qualità?
“Il problema di Milos è riuscire a giocare un anno intero integro. Il suo potenziale è già molto alto, il problema è gestirlo. Gestione di un atleta significa riposo, allenamento e competizione. Lui è ancora giovane e non si conosce ancora perfettamente, non conosce perfettamente cosa succede nei tornei importanti, dove i consumi sono molto alti. Ecco, credo che arrivare a questo bilanciamento possa fargli fare un ulteriore salto di qualità”.
Cosa dire di Federer, che continua ad incantare all’età di 35 anni?
“E’ sempre un grandissimo piacere vederlo giocare. Oltretutto è seguito da Ljubicic, che io ho allenato per 17 anni, quindi è un piacere doppio vederlo ancora su questi livelli. A proposito di quello di cui parlavo prima, loro sono due persone intelligenti, che conoscono benissimo il circuito e le potenzialità di Roger, distribuendole nell’arco dell’anno. Sono stati molto bravi lo scorso anno a fermarsi in un momento in cui Federer non era competitivo, e adesso lui è pronto, fresco e più competitivo degli altri”.
Gabriele Destefanis