Si è aperto con un appello al dialogo tra imprenditoria e politica il seminario dal titolo “La nuova legge regionale sulle attività estrattive – Contenuti e prospettive”, organizzato lunedì 27 marzo da Confindustria ed Ance presso la sede degli industriali cuneesi. I temi principali dell’incontro sono stati i contenuti e le novità introdotte dalla nuova L.R. 23/2016 che disciplina le attività estrattive nel territorio regionale.
“Cuneo è la prima provincia mineraria del Piemonte – ha commentato Elena Lovera, presidente di Ance Cuneo –. Le attività estrattive (inerti, pietre ornamentali e materiali per usi industriali) rivestono un ruolo di notevole importanza nel panorama economico regionale e nazionale. Gli inerti costituiscono la materia prima dell’industria delle costruzioni, settore che rappresenta il 6% del Pil, con notevoli ricadute occupazionali. A livello provinciale, sono 155 le imprese che operano nel settore estrattivo per un fatturato di oltre 1.600 milioni di euro e 1.037 occupati. La legge regionale, in vigore dal 6 dicembre 2016, prevede una serie di regolamenti attuativi; il principale è denominato Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) e disciplinerà “dove e quanto” estrarre. Sono molto soddisfatta per l’apertura di dialogo con la Regione, la partecipazione diretta del relatore della legge Domenico Rossi e dei dirigenti della Regione è di certo un ottimo segnale, ma anche la presenza in sala del Consigliere Regionale Paolo Allemano e dei tecnici della Provincia, sono un buon auspicio per intraprendere un percorso costruttivo che evidenzi le peculiarità delle cave cuneesi e determini il concreto contributo alla stesura del regolamento”.
Il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, invita alla trasparenza ed alla concretezza: “La condizione essenziale per tenere viva la legalità, è la chiarezza nella stesura dei regolamenti”. Aggiunge: “La minore possibilità di estrarre porterebbe ad un aumento del prezzo dei vari prodotti da costruzione, con una inevitabile ricaduta sui consumatori finali (anche in termini di sicurezza) e sull’occupazione nel comparto”.
Prima degli interventi di aspetto tecnico e legislativo, Dario Stroppiana, presidente della sezione Materiali da costruzione/Estrattori di Confindustria Cuneo, nel dare un giudizio complessivamente positivo alla legge, ha messo in luce come “vi siano aspetti migliorabili e semplificabili, con alcune incognite importanti legate al PRAE, alle procedure per le varianti urbanistiche e ad alcuni aspetti tecnici della coltivazione. Occorre un piano – ha sottolineato – che sia occasione di rilancio e sviluppo sostenibile della nostra attività”.
Spazio quindi ai professionisti e tecnici della Regione: Edoardo Guerrini, responsabile del settore Polizia mineraria, cave e miniere della Regione Piemonte ha evidenziato come sia necessaria una programmazione che indichi come svolgere l’attività estrattiva, tenendo conto degli obiettivi di limitazione degli impatti ambientali, motore delle scelte di pianificazione. Pier Paolo Varetto, esperto in materia estrattiva, ha illustrato l’iter che ha portato alla stesura della legge e le innovazioni principali che sono state introdotte, ribadendo come il punto fondamentale della legge riguarderà la pianificazione.
Luigi Rinaldi, del settore Polizia mineraria, cave e miniere della Regione, promettere chiarezza nella stesura dei vari regolamenti attuativi. Conclusioni affidate a Domenico Rossi, consigliere regionale e primo firmatario della Proposta di legge n.165 e relatore della LR.23/2016: “Come tutte le leggi, se durante l’applicazione dovessero emergere delle criticità, sicuramente ne prenderemo atto e ci attiveremo per superarle ascoltando le richieste dei diversi portatori di interesse. Abbiamo definito questa legge perché c’era una netta obsolescenza culturale e normativa sul tema delle attività estrattive. Abbiamo risorse finite, la terra in primis. Le norme di oggi devono tener conto di un rapporto diverso con l’ambiente. Per questo bisogna trovare un nuovo equilibrio tra attività estrattiva e ambiente”.