«Il disastro del cavalcavia di Fossano deve preoccupare il Governo, l’ANAS, le Regioni e tutti gli Enti proprietari e concessionari perché essendo il terzo crollo in pochi mesi non può trattarsi solo di fatalità».
Ad affermarlo è Domenico Massimino, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e vice presidente nazionale del Sistema confederale.
«Purtroppo alle parole non sono seguiti i fatti. – prosegue – Gli investimenti in infrastrutture invece di aumentare sono diminuiti, e soprattutto sono diminuiti quelli relativi alle manutenzioni ordinarie e straordinarie».
A tal proposito nella “Manovra bis” che il Governo sta predisponendo sembrano confermate la proposta di prevedere le anticipazioni per le attività dell’Anas contenute nel contratto di programma 2016-2020 e la deroga per le città metropolitane di potere utilizzare le quote delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dal codice della strada per il finanziamento degli oneri riguardanti le funzioni di viabilità e polizia locale.
«Giudichiamo favorevolmente tale intenzione. – aggiunge Massimino – Con l’utilizzo di queste risorse il Governo dovrebbe innanzitutto istituire una squadra speciale interforze per controllare urgentemente lo stato delle opere di genio civile».
«Il grave fatto accaduto a Fossano – sottolinea Aldo Caranta, rappresentante provinciale e regionale degli Autrasportatori di Confartigianato – porta alla ribalta l’annoso problema della viabilità cuneese e della sua sicurezza. È sconcertante che un ponte di “soli” 27 anni crolli all’improvviso senza una causa apparente. Auspichiamo che la magistratura verifichi la legittimità delle procedure e degli appalti relative alla costruzione del viadotto».
«Senza infrastrutture efficienti – conclude – il Paese non potrà crescere e neppure l’autotrasporto merci nazionale che né è il principale utilizzatore».