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Patti Smith incanta Torino in un evento targato Collisioni (FOTOGALLERY) | Collisioni e Banca d’Alba hanno portato la “sacerdotessa del rock” all’Auditorium Rai

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Si chiama “Grateful”, titolo rubato ad una canzone dell’album “Gung Ho”, lo spettacolo che la neo-dottoressain lettere Patti Smith sta portando in questi giorni in giro per l’Italia.

Un concerto come sempre intenso, viscerale quello che la celebre sacerdotessa del rock, per l’occasione accompagnata sul palco dai figli e dal chitarrista, bassista e direttore musicale Tony Shanahan, quello che questa poliedrica artista ha offerto anche sabato al pubblico torinese, in un Auditorium Rai gremito in ogni ordine di posto, per tagliare idealmente il nastro al Salone Internazionale del Libro di Torino 2017. Lo spettacolo, organizzato dal Festival Collisioni con il sostegno di Banca d’Alba che ha anche promosso un incontro nel pomeriggio tra l’artista e gli studenti delle scuole torinesi, dopo l’apertura affidata a Marianne Mirage, ha visto Patti Smith ripercorrere la sua carriera musicale, dall’iniziale ‘Wing’, brano composto per la figlia Jessica a ‘Ghost Dance’, poi via via eccola sciorinare ‘Redondo Beach’ da ‘Horses’, ‘Pissing In a River’ da ‘Radio Ethiopia’ e ‘My Blakean Year’ da ‘Tramplin’. Quindi due tributi dovuti, uno al suo mentore Bob Dylan con ‘A Hard Rain’s gonna fall’, quindi a Prince con la cover di ‘When Doves Cry’. A mano a mano che si prosegue nello show, la sensazione di abbandonare la dimensione del concerto e addentrarsi in quello che è un vero e proprio rito è forte. Patti Smith, sacerdotessa magnetica e carismatica, strega i presenti con le sue movenze, le sue parole, sempre pesate, sempre dirette, e quelle mani in costante movimento a dare ulteriore spessore alle canzoni. Quelle mani che si chiudono a pugno, si levano al cielo e attaccano ‘People Have The Power’, che si aprono quasi a voler abbracciare i presenti nell’immancabile ‘Because The Night’, prima di congedarsi con una sensazionale ‘Gloria’ cantata all’unisono dalla platea. Una cerimonia che rende tributo ad una autentica icona del rock, un’artista che ha saputo rompere le barriere della musica arrivando con le sue parole, con la sua poesia, a toccare il cuore a più generazioni di appassionati, che oggi hanno potuto realmente godere della parola dell’unica sacerdotessa del rock.

 

Testo e foto Alice Ferrero

 

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