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Sant’Anna di Bernezzo: prosegue l’addestramento specialistico per i tecnici del Soccorso Speleologico

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Il 20 e 21 maggio l’Abisso Benesì, sulle pendici del Monte Tamone, presso Sant’Anna di Bernezzo, è stato teatro di una esercitazione di soccorso speleologico volta a verificare la preparazione tecnica degli speleosoccorritori.

È stato scelto il territorio cuneese per rafforzare il presidio del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) in un ambiente caratterizzato da numerose grotte molto frequentate da speleologi e turisti. Protagonista la Prima Delegazione Speleo del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, parte integrante del CNSAS.

 

L’esercitazione rientrava nel programma di formazione e mantenimento dei tecnici CNSAS specializzati nel soccorso in grotta definita dalla Scuola Nazionale Tecnici Soccorso Speleologico (SNaTSS). Ha avuto lo scopo di verificare la preparazione dei propri membri all’interno di una grotta complessa caratterizzata da un deciso sviluppo verticale.

E’ stato simulato un intervento coordinato di soccorso medicalizzato e recupero di un ferito infortunatosi in profondità che ha coinvolto 25 volontari.

 

Le operazioni sono iniziate sabato 20 con l’invio di una squadra di primo intervento partita dalla base operativa di Cuneo. Questa ha tempestivamente raggiunto l’ingresso dell’Abisso Benesì – a quota 873 m – e quindi il luogo dell’incidente simulato a -111 m di profondità, calandosi nella grotta con tecniche di progressione su corda.

I membri della squadra hanno quindi prestato il primo soccorso e condizionato il figurante mettendolo in condizioni di sicurezza, stabilizzandolo e compiendo una prima valutazione delle condizioni mediche registrandole su di un’apposita scheda.

 

Contemporaneamente, è stata predisposta una linea telefonica in grado di garantire le comunicazioni da ogni punto della grotta fino all’ingresso e, da qui, al campo base, dove è stata allestita la Direzione delle Operazioni.

Trasmesse all’esterno le condizioni del ferito, è stato pianificato il recupero: innanzitutto con l’invio all’interno della grotta di un medico del CNSAS abilitata agli interventi in ambiente ostile che lo ha ulteriormente condizionato. La dottoressa lo ha quindi predisposto per il trasporto e ha supervisionato le operazioni di imbarellamento, cogliendo l’occasione per una lezione di primo soccorso in grotta, rientrante nel programma di formazione dei tecnici.

 

In seguito, due squadre di tecnici attrezzisti si sono alternate lungo il percorso allestendo sistemi di recupero su corda che hanno permesso alla barella col ferito – accompagnata dai tecnici barellieri – di risalire in condizioni di sicurezza fino a raggiungere l’esterno.

Sono state sperimentate alcune tecniche di alto livello – all’avanguardia nel panorama nazionale – che permettono di allestire dispositivi di recupero in totale sicurezza ma con un minore impiego di materiali e con tempi molto rapidi, fattori che costituiscono notevole vantaggio soprattutto nei soccorsi in grotte molto complesse e di grande profondità.

 

L’esercitazione è proseguita senza interruzioni durante la notte e si è conclusa domenica 21 sotto il continuo monitoraggio di tutte le operazioni da parte degli Istruttori Regionali della SNaTSS. Due Operatori di Soccorso hanno progredito nel loro percorso formativo certificandosi come Tecnici di Soccorso Speleologico. Altri sette tecnici hanno brillantemente superato la verifica di mantenimento triennale e tutti i volontari hanno avuto modo di affinare manovre avanzate particolarmente complesse che in situazioni critiche possono risultare decisive.

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