Scandalo Tenda Bis, Fabiana Dadone: “Un manifesto dei fallimenti della vecchia politica”

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Con il sequestro del cantiere per il raddoppio del tunnel Colle di Tenda, ed i provvedimenti cautelari per nove persone tra cui il direttore dei lavori ANAS, si completa il quadro delle Grandi Opere incompiute cuneesi. Ospedale di Verduno, Asti – Cuneo e Colle di Tenda manifesti dell’incapacità della vecchia politica.

L’ospedale di Verduno è l’esempio lampante di strategie e scelte dissennate. In costruzione da un decennio perché fatto su una collina franosa e collocato in una zona priva di adeguate infrastrutture di trasporto. Una scelta in piena linea con i progetti iniziali dell’autostrada Asti-Cuneo, anch’essa iniziata e mai terminata. Doppio fallimento insieme a una visione sbagliata della mobilità che noi contestiamo. Andavano e vanno valorizzate le strutture esistenti, in particolare quelle ferroviarie e la mobilità sostenibile, eventualmente progettando le nuove costruzioni di interesse pubblico, come un ospedale, in prossimità di esse.

 

I lavori di raddoppio del Tunnel del Colle di Tenda erano già in ritardo di quasi due anni e si vociferava di richieste di aumento dei costi significative già depositate. Ora si scopre che forse le opere non sono state realizzate a regola d’arte perché alcuni dipendenti della ditta facevano “la cresta” ai manufatti d’acciaio rivendendoli come rottami. Ben più grave il fatto che nella faccenda pare sia coinvolto il direttore dei lavori incaricato dall’ANAS, colui che doveva garantire e controllare la corretta realizzazione delle opere. Risultato: cantiere sequestrato a tempo indefinito.

 

Cos’ hanno in comune queste opere? Sono sproporzionate rispetto alle necessità, hanno caratteristiche contrarie al buon senso, sono state volute da una classe politica più attenta a soddisfare il proprio ego rispetto alle reali esigenze dei cittadini e sono considerate ormai inevitabili e da realizzare a tutti i costi. Ma i motivi per farle sono ben pochi. Perché fare un mega ospedale dove non si poteva costruire neppure un capanno? Perché fare un’autostrada con un tracciato assurdo e costoso quando già nel 1989 c’era un progetto per una comoda superstrada? Perché fare un tunnel a due canne per collegare due strade a singola carreggiata strette e contorte?

Cosa avremmo potuto fare in un Paese normale? Un nuovo ospedale, non sproporzionato, nella pianura tra Bra e Alba. Una superstrada provinciale tra Asti e Cuneo, che servisse ed integrasse Fossano, a costo inferiore. Migliorare e potenziare il servizio ferroviario tra Torino, Cuneo, Ventimiglia e Nizza, rendendo contemporaneamente più sicuro il tunnel stradale esistente. Insomma, ottenere molto di più spendendo meno e facendo prima.

 

Invitiamo i cittadini della Granda a riflettere attentamente su quanto sta succedendo nella nostra provincia e a diffidare di chi continua a vantarsi di governare negli enti locali da tanti anni parlando “per il territorio”. Il motivetto del “non se ne può ormai fare a meno” non sta più in piedi per il semplice motivo che, scarseggiando i soldi pubblici da buttare e con l’efficacia delle forze dell’ordine e della magistratura, le opere si bloccano ed i cittadini rimangono con un pugno di mosche in mano, quando non direttamente danneggiati.

 

Mauro Campo, Consigliere regionale M5S Piemonte
Fabiana Dadone, deputato M5S