Oltre 4 milioni tra accessori per capelli, articoli di cartoleria e ferramenta, ricambi per auto, prodotti per la casa, cosmesi, occhiali, piercing, tattoo tutti potenzialmente dannosi per la salute dei consumatori.
Questo il bilancio di un operazione della Guardia di Finanza di Torino condotta nel capoluogo e nei comuni di Moncalieri e Settimo Torinese. Due le società finite nel mirino delle Fiamme Gialle torinesi, entrambe con sede a Milano ma con punti vendita nel capoluogo sabaudo e, come accennato, in vari centri dell’hinterland. A gestirle un quarantenne di origine cinese.
Le indagini, condotte dai Finanzieri del Gruppo Orbassano, hanno appurato come un consistente numero di articoli in vendita erano sprovvisti della corretta etichettatura e, cioè, non riportavano la composizione del prodotto venduto e/o l’indicazione della lingua italiana. Pertanto non essendo rispettati gli standard di sicurezza imposti dalla disciplina comunitaria e dalla legislazione vigente nel nostro Stato, i prodotti in vendita rappresentavano quindi un serio pericolo per la salute dei consumatori. In questi casi l’assenza delle più elementari indicazioni sull’origine e provenienza dei prodotti, comporta di fatto l’impossibilità di ricostruire la filiera di approvvigionamento della merce illegale; i Finanzieri, sfruttando l’esperienza e le competenze proprie di una Polizia economica finanziaria, sono comunque riusciti, attraverso la documentazione acquisita a risalire ai distributori del materiale pericoloso. Ora lo spregiudicato imprenditore, oltre alle sanzioni amministrative, rischia fino a quattro anni di carcere.
La normativa del settore può sembrare molto rigida ma è in gioco la nostra salute, inoltre, è bene ricordare che rispettare tutte le norme si traduce sempre in un costo per l’imprenditore onesto quindi chi viola le regole mette a rischio la salute dei consumatori e crea un danno concreto agli operatori corretti. L’operazione rientra nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, anche perché il consumatore ha sempre il diritto di sapere come sta spendendo i suoi soldi.
c.s.