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Il sindaco di Rifreddo Cesare Cavallo all’assemblea nazionale ANCI di San Benedetto del Tronto

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Venerdì 30 giugno il sindaco di Rifreddo Cesare Cavallo ha raggiunto le Marche per l’incontro tra i primi cittadini dei piccoli comuni italiani.

Una kermesse sui comuni che ha visto gli eletti della Consulta Piccoli comuni e tanti altri sindaci impegnati in dibattiti ed approfondimenti sulle tematiche trattate nella quotidiana vita degli enti locali. Oltre che essere una importante sede di discussione l’assemblea nazionale è stata anche il luogo in cui l’associazione dei comuni ha formulato la piattaforma di richieste al Governo. Tra i principali temi trattati l’ormai annosa e fallimentare questione delle gestioni associate, i troppi vincoli burocratici che impediscono ai piccoli enti di essere efficienti ed efficaci ma anche la questione del sostanziale immobilismo sulla questione terremoto nel centro-italia. “Mi hanno fatto davvero impressione – ci ha detto il primo cittadino rifreddese – i racconti dei colleghi sindaci dei comuni terremotati. Dagli stessi infatti oltre ai drammi che hanno subito è emerso che sostanzialmente fino ad adesso lo Stato non ha fatto quasi nulla. Nella stragrande maggioranza dei comuni colpiti dal sisma infatti non sono nemmeno state rimosse le macerie. Una cosa davvero insostenibile che dimostra e che punto è arrivata la burocratizzazione della Pubblica Amministrazione italiana”.

 

Per ciò che riguarda le gestioni associate è, invece, stato ribadito l’impegno legislativo a ridurre a tre il numero delle funzioni associate obbligatorie mentre sul tema dei vincoli di bilancio nulla pare muovermi. In conclusione – aggiunge il sindaco di Rifreddo – potremo dire che nell’assemblea di quest’anno che è emersa qualche novità positiva per gli enti locali ma è stato anche confermato che il Governo annuncia tante cose è né realizza ben poche. Una cosa già di per se non simpatica ma che diventa davvero drammatica per chi ha gravi problemi come i comuni terremotati. C’è da sperare che si cambi linea altrimenti per le nostre piccole comunità sarà sempre più dura”.

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