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Arap: più aziende associate, migliori servizi e forte spinta all’innovazione e ricerca | Gli allevatori approvano il bilancio 2016 confermando che latte e carne del Piemonte rappresentano un’eccellenza

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E’ stato l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, portando il saluto all’assemblea annuale di bilancio dell’Arap, a fotografare con un’immagine efficace i risultati raggiunti dall’associazione al termine di un complesso percorso di riorganizzazione avvenuto incorporando le realtà provinciali e ottimizzando i servizi e le attività.

“A livello nazionale facciamo bella figura: l’Arap è un modello per l’Italia –  ha affermato Ferrero – essendo fra le primissime ad aver centrato  l’obiettivo della riforma del sistema allevatoriale.

La carne e il latte del Piemonte hanno le carte in regola per competere su un mercato sempre più globalizzato, all’insegna dell’allevamento sostenibile e della bio-sicurezza alimentare per i consumatori”.

Le parole dell’assessore hanno suggellato la mattinata di relazioni ai delegati tenute nella sede Arap all’Environment Park di Torino dal presidente Roberto Chialva e dal direttore Tiziano Valperga, seguite dagli interventi specifici svolti da Alessandra Tropini (consulenza alle aziende in tema di benessere animale, impatto ambientale e sicurezza alimentare) e da Daniele Giaccone (laboratori di analisi e ricerca).

In platea erano presenti le autorità sanitarie regionali, gli esponenti delle realtà agricole e i rappresentanti degli organismi partner dell’Arap, quali il professor Giorgio Borreani dell’Università di Torino, la dottoressa Laura Cavallarin del Cnr, il direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta, Angelo Ferrari, con la dirigente Lucia Decastelli.
Richiamando la recente vicenda dell’annunciata calata di scure ministeriale sui fondi per il sistema allevatoriale del 2017 (trasferimenti alle Regioni ridotti da 22,5 a 7,2 milioni di euro, con una perdita secca per il Piemonte pari a 1 milione 650 mila euro), minaccia poi rientrata con un provvedimento del governo e l’impegno delle Regioni (giunta piemontese in primis), il presidente Chialva ha tratteggiato il cammino dell’Arap dal 2013 in poi.

“La ristrutturazione del nostro Sistema si è svolta in varie fasi ed è stata sostanzialmente dettata da un consistente taglio delle risorse pubbliche stanziate per le nostre attività istituzionali (oltre il 40%) che ha determinato una importante riduzione del personale, attualmente di 150 unità.

Il contestuale sforzo da parte di tutti – ha sottolineato Chialva – ci ha consentito di mantenere, e oggi possiamo dire in qualche caso incrementare, il livello dei servizi alla stalla per tutte le tipologie di allevamenti”.

A riorganizzazione avvenuta, i conti di bilancio 2016 portati all’approvazione dell’assemblea parlano di un incremento dei proventi, che rispetto al 2015 si attestano a 12 milioni 293.176 euro, con una piccola perdita di 133 mila euro peraltro ampiamente compensata dall’aumento del patrimonio dell’associazione regionale.
Due gli aspetti “che danno conforto” – a detta del presidente Chialva – nel quinto anno di operatività dell’Arap riorganizzata.

Ad illustrarli è il direttore Tiziano Valperga: “Pur nella più volte citata riduzione di risorse il numero degli allevamenti associati, sia da latte che da carne, è aumentato dai 5697 del 2013 ai 6053 del 2016.

Secondo: sono stati sviluppati nuovi servizi in ambito anagrafe, controlli funzionali, assistenza tecnica e consulenza, assistenza e controlli impianti mungitura, analisi di laboratorio, valutazioni morfologiche, distribuzione seme etc, attuando costruttive sinergie con le associazioni nazionali e in particolare con l’Anaborapi (Razza Piemontese), senza dimenticare le preziose collaborazioni con l’Università di Torino e, recentemente, con il Servizio sanitario piemontese (vedi il monitoraggio dell’IBR sui bovini da latte)”.

Va ricordato che entro il 2017 sarà completato il progetto di fusione del laboratorio Centro Latte di Torino con il laboratorio di Cuneo.

Un’operazione che permetterà importanti vantaggi economici e tecnici, con ulteriori economie nei costi di gestione e positivi sviluppi di nuovi ed importanti servizi per il comparto latte, carne e filiere collegate.

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