Bonucci saluta la Juventus e sceglie il nuovo corso Milan, Conrotto sposa il Cuneo e si lega ai colori biancorossi per un altro biennio. Un parallelismo insensato? Che cos’hanno in comune i due giocatori, oltre allo stesso ruolo ricoperto in campo?
Per i più, forse nulla. In realtà, qualcuno lo avrà già colto, insieme il capitano cuneese e quello che sarà, secondo le ultime indiscrezioni sul contratto milionario, il capitano milanista dal 2017/18, hanno portato una squadra Primavera sul tetto d’Italia. Quella dell’Inter, esattamente dieci anni fa, il 19 maggio del 2007, contro la Sampdoria. Tornaghi; Fais, Bonucci, Conrotto, Fautario; Biabiany, Bolzoni, Maa Boumsong, Puccio; Ribas, Balotelli. Questo l’undici nerazzurro che trionfò contro i blucerchiati, pieno zeppo di nomi eccellenti e di speranze poi (in parte) realizzatesi (la decise Balotelli, con un rigore al 90’).
Di quel gruppo, Giorgio conserva un ricordo eccezionale, utile anche per avere un insegnamento importante: “Restai sei mesi in nerazzurro, che rappresentano per me un’esperienza tra le più belle. Oltre alla vittoria ho avuto la fortuna di assaporare un ambiente di Serie A, con allenamenti ad Appiano Gentile quasi in concomitanza con la prima squadra. Andatomene, ho capito perché molti ragazzi a volte fanno fatica usciti dai settori giovanili di questi grandi club ad adattarsi a realtà minori in prima squadra, magari in Lega Pro, dove il calcio è vissuto in modo molto diverso”.
Su Bonucci, invece, nessun dubbio: “Con lui ho convissuto sei mesi, ma devo ammettere che non siamo rimasti in rapporti. Se ha fatto questa scelta è perché è successo qualcosa: quando un giocattolo si rompe, non è facile aggiustarlo. I tifosi vedono solo una scelta dettata dai soldi, in questi casi, ma il mondo dello sport è altro: Se si rompono delle sincronie e dei meccanismi, qualcuno deve fare a fine stagione scelte drastiche per rimettere in moto il tutto. Anche le uscite di Dani Alves alla presentazione al PSG mi lasciano pensare che in quello spogliatoio fossero saltati degli equilibri che andavano ribilanciati”.
Un’occasione, quella del “caso Bonucci”, per tornare invece sugli argomenti di attualità in Corso Monviso, con un mercato in fibrillazione: “Sono contento che Quitadamo sia rimasto. Ci siamo sentiti e mi ha confermato che resterà con me e Rosso, un altro ragazzo d’oro, dai valori morali importanti. La società ha lavorato un po’ sottotraccia perché preferisce evitare di esporsi, in un tempo in cui molti giocatori danno la parola ma poi mettono in atto spesso dei veri e propri voltafaccia. Cristini? Se tornasse Marco farebbe comodo, perché è un ottimo ragazzo, utile in campo e nello spogliatoio. Con il fratello Andrea ho giocato ai tempi della Canavese: altra persona squisita, sarei felicissimo. Al di là dei nomi, però, l’importante è che i ragazzi che scelgono Cuneo, arrivino con il giusto entusiasmo e voglia di fare, consci del fatto che un ambiente tranquillo ed ambizioso come il nostro non possa che essere un trampolino di lancio per la loro carriera. Chinellato, del resto, è un esempio lampante. Detto questo, ci sono tante squadre che non si iscriveranno, quindi non c’è fretta: il mercato è lungo, i giocatori arriveranno. Siamo pochi oggi, ma sono sicuro che la società si sta muovendo tanto”.
Carlo Cerutti – Redazione Sportiva Ideawebtv.it