Circa 150 i finanzieri impiegati nella giornata del 12 luglio scorso in una vasta attività di controllo per la sicurezza economica del territorio effettuata in tutta la provincia di Torino.
Nel corso dell’attività, iniziata ancor prima dell’alba e terminata alle prime luci del giorno dopo, sono stati effettuati centinaia di interventi ed identificate centinaia di persone fisiche e giuridiche, operatori commerciali, sedi di aziende e ambulanti, nell’ambito dei controlli che hanno riguardato: i giochi e le scommesse illegali, la lotta al carovita, la disciplina dei prezzi praticati da parte dei distributori stradali di carburante, la tutela del made in Italy, la sicurezza dei prodotti, la contraffazione dei marchi, l’abusivismo commerciale, il controllo in materia di circolazione dei prodotti, la circolazione dell’Euro e degli altri mezzi di pagamento, i money transfer ed il contrasto al lavoro irregolare.
Numerosi controlli al traffico merci e documenti di trasporto, e svariati i verbali per violazioni al codice della strada, centinaia le persone identificate; sequestrati oltre 1 milione di articoli contraffatti o non sicuri perché privi della marcatura CE, 11 i lavoratori in nero scovati.
Per quanto attiene il lavoro in nero è bene evidenziare che questi controlli sono finalizzati principalmente a tutelare i lavoratori che, se non regolarmente assunti, sono sottopagati e privi della copertura previdenziale ed assicurativa. Tra i più esposti a questa forma di sfruttamento vi sono i giovani e le donne. Infatti gli 11 lavoratori in nero scoperti avevano tutti meno di vent’anni tra questi 6 le donne.
In particolare, a Torino in un autolavaggio situato nel quartiere “Barriera di Milano”, gestito da un quarantenne originario di Enna, i Finanzieri del Gruppo Torino hanno sorpreso 9 lavoratori, praticamente l’intero staff dell’azienda, intenti al lavaggio delle autovetture sprovvisti di qualsiasi contratto d’assunzione. Alcuni di essi, tutti giovanissimi con un’età compresa tra i 18 e i 20 anni, erano stati addirittura formalmente licenziati dal titolare, ma continuavano a lavorare in nero.
Analoga situazione è stata riscontrata a Susa dove i Finanzieri della locale Compagnia hanno accertato che in un bar, situato in pieno centro città, frequentato da turisti francesi, gestito da una giovane imprenditrice italiana, figlia di una nota commercialista della Valle, tutto il personale impiegato era retribuito in nero. Anche in questo caso si tratta di 2 ragazze poco più che maggiorenni.
Questo piano straordinario di controllo economico del territorio è stato eseguito nell’ambito del “Dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti”; modulo operativo, che vede giornalmente impiegati i Finanzieri in tutti i settori d’interesse del Corpo, che può variare di intensità in funzione del contesto esterno o di esigenze investigative.