L’uscita dal governo del ministro centrista per gli Affari regionali Enrico Costa era ormai nell’aria, infatti il ministro aveva dichiarato che era giunto il momento di “rompere gli indugi” e accettare l’offerta di riaggregazione avanzata da Berlusconi, già dal giorno dello stop allo “Ius soli”.
Costa, prima della decisione di Gentiloni di rinviare il provvedimento a dopo l’estate, aveva definito lo “Ius soli” una forzatura inaccettabile.
E’ così che Costa spiega in una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, di non volre rinunciare al suo pensiero, né essere accusato di ambiguità e di aver deciso di rinunciare a quel ruolo che gli ha offerto la possibilità di fare una bellissima esperienza alla quale dichiara di aver dedicato il massimo impegno, accolandosi le critiche del caso.
Dichiara di voler fare un passo indietro, perché le convinzioni vengono prima delle posizioni e quindi di non volere equivoci.
Un gesto subito apprezzato da Gentiloni, che lo ha ringraziato ed ha assunto l’interim degli affari regionali.
La decisione ha trovato anche consenso del senatore renziano Andrea Marcucci che la definisce coerente.
Molto critico invece a riguado Angelino Alfano leader di Ap, che dichiara che la decisione inevitabile di Costa è tardiva, sottolineando di voler costruire un’area autonoma e una forza indipendente dove chi non ce la fa, deve fare scelte diverse.
AF