Come ogni anno la rassegna estiva d’arte apina ritorna puntuale a Coumboscuro.
Per il 2017 Coumboscuro centre Provençal promuove “DE PEIRO E DE BOSC”, un originale percorso mai tentato sin d’ora alla scoperta di “montanari artisti sconosciuti” delle valli sud- occidentali. Il titolo racchiude la materia di statue e sculture e intagli: tutti gli artisti adoperano il legno e la pietra come elementi naturali dei propri lavori ed espressività. Dopo l’anteprima del 9 luglio, apertura al pubblico da domenica 30 luglio. La rassegna sarà aperta sino al 20 agosto compreso, con il seguente orario: domenica ore 15.00 / 18.30; in settimana tutti i giorni a richiesta telefonando al n. 0171.98707 – 0171.98744.
DE PEIRO E DE BOSC
Dalla presentazione critica del prof. Anna Maria Colombo
I Bohémiens delle Alpi
Nel tempo dei mobili e suppellettili IKEA la scultura, che si ha modo di osservare in questa esposizione, è una sorta di fortificante per lo spirito, qualcosa di simile ad un vero liquore di erbe alpine, raccolte di persona con scrupolo e pazienza, poi lasciate a macerare con alcool per non meno di un mese, infine filtrate, messe a riposo…
Mi accorgo di aver fatto un parallelo facile e scontato, scultura lignea – montagna – genepì.
Lo correggo aggiungendo un altro forte liquore, l’assenzio. La “fata verde”, com’era detto questo distillato, ha il potere immediato di trasportarci fra gli artisti di fine Ottocento. Uomini dalla vita anticonvenzionale, a volte persino ai margini della società, che detestavano l’arte occidentale e le sue istituzioni accademie, mentre stravedevano per le opere primitive, africane o oceaniche. Il nome che li riuniva, e che li ispirava, bohémien (di Boemia), era all’epoca sinonimo di zingaro, dunque di gente che, non trattenuta da terre, patrimoni e affetti, percorreva libera con le proprie carovane le strade d’Europa e oltre.
Ecco, a leggere le pur stringate biografie di questi nostri artisti del legno e, in misura minore, della pietra, s’intravedono vite distanti dall’omologazione, storie di resistenza e di sogno. E quando anche non lo fossero del tutto, alfine ciò che conta, che resta, sono le loro opere e la forza, a volte davvero primitiva, che esse emanano.
Rosases – intagli tradizionali in forma di rosa. Soldatini antichi, reduci da campagne militari che li hanno trascinati in luoghi lontani, arricchendoli e al tempo stesso impoverendoli. Messali dalla copertina ornata, robusti come tronchi di possenti alberi.
GIANCARLO FERRERO
Paurosi piccoli totem, santi, aquile dalle ali spiegate e dal piumaggio geometrico, bestie fantastiche.
DAMIANO GIOVANNI BATTISTA – JAN SIRI (1927-2011)
Iconiche figure in preghiera. Sabaque, ossia gerle. Ruvidi mestoli dal lungo manico.
PIETRO GHIO (1925-2013)
Lupi, diavoli, spiriti dei boschi e delle grotte, a volte con paurose lingue rosse.
ALDO VIANO (1917-2010)
Sculture di piccoli eroi classici. Arpe e violini di pietra con archetti tesi fra rami contorti.
ANGELO FARCHETTI – ANGE DI MAIGRE Stele con figura umana. Case rurali in miniatura e una pietraia d’età neolitica, tutta entro le pareti di una stalla.
DAVIDE PEROTTO
Una raccolta di legni contorti portati dai torrenti. Antichi e poetici giochi di bambini. Un bestiario in striscioline multicolori di carta arrotolata.
MARIO COLLINO – PREZZEMOLO
Info: Coumboscuro Centre Prouvnçal
S. Lucio de Coumboscuro – 12020 Monterosso Grana – tel. +39 0171 987 07 – info@coumbosuro.org – www.coumboscuro.org