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Il piccolo elfo verde delle Marittime finalmente ritrovato dopo quasi un secolo

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Un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma “La Sapienza” ha ritrovato dopo quasi un secolo il coleottero “salvàn” (mitico e inafferrabile elfo dei boschi) delle Alpi Marittime. È il Brassicogethes salvan, appartenente alla famiglia dei Nitidulidi, di colore verde scuro metallico, lungo meno di tre millimetri.

Per molte caratteristiche del tutto isolato dalle altre specie europee note, fu attribuito una quindicina di anni or sono ad una sorprendente specie nuova per la Scienza, sulla base di una coppia di esemplari trovati sui monti del gruppo dell’Argentera da un entomologo tedesco nel 1912.

Al ritrovamento casuale nel 2002 dei due esemplari in una vecchia collezione entomologica del Museo di Storia Naturale di Francoforte, dove erano rimasti non studiati per quasi un secolo, seguì infatti nel 2003 la descrizione formale della nuova specie, denominata al tempo Meligethes salvan (in seguito trasferita poi al genere Brassicogethes). Il nome specifico, derivato dall’occitano “salvàn”, voleva metterne in risalto sia le sorprendenti peculiarità morfologiche, sia la grande elusività, visto che la specie era stata capace di sfuggire per centinaia di anni alle ricerche sulle Alpi Marittime di tutti gli entomologi italiani e francesi. Il nome di questa specie è divenuto ancora più calzante dopo la sua descrizione, dal momento che anche una decina di spedizioni scientifiche dedicate tra il 2002 e il 2016 al suo ritrovamento in natura nella località tipica (il Lago della Rovina sopra Entracque) e in molti altri siti simili delle Alpi Marittime, non hanno prodotto alcun risultato.

Il 14 luglio scorso, durante un’escursione ai Laghi di Palanfré il coleottero “salvàn” è stato finalmente ritrovato dai ricercatori del Dipartimento “C. Darwin” dell’ateneo “La Sapienza” – recentemente riconosciuta dall’Academic ranking of world universities di Shanghai tra le migliori università al mondo – che da molti anni collabora in vari settori della ricerca scientifica con l’area protetta.

“Brassicogethes salvan costituisce senza alcun dubbio uno degli elementi più importanti sotto il profilo naturalistico e biogeografico della fauna del Parco e dell’intero sistema transfrontaliero Marittime-Mercantour – spiega il professor Paolo Audisio de “La Sapienza” – simbolo di antichi legami faunistici con aree lontane (forse dell’Asia centro-orientale) durante il medio-tardo Terziario”.

 

La specie, che si nutre di polline, sembra vivere esclusivamente all’interno delle infiorescenze in formazione di una rara ma localmente abbastanza diffusa specie della famiglia delle Brassicacee (un tempo note come Crucifere), Descurainia tanacetifolia, una bella e inconfondibile pianta che produce delle piccole ombrelle di colore giallo acceso, presente in aree rocciose di alta quota in varie zone delle Alpi Occidentali.

Il piccolo coleottero, dai movimenti piuttosto lenti, sembrerebbe essere presente solo in un tipo di ambiente particolare, i margini di piccoli affluenti di laghi alpini intorno ai 2000 metri quota, dove cresca la sua pianta ospite, tra rocce emergenti a ridosso di freddi ruscelli montani.

Risulta molto interessante notare come numerosi precedenti tentativi di ritrovare questa specie sulla medesima pianta in varie altre località delle Alpi Marittime non avessero dato alcun risultato, circostanza che suggerisce non solo come il coleottero sia estremamente più raro della sua pianta ospite (fatto non insolito tra gli insetti), ma anche come sembri esclusivamente associato ad ambienti di elevata qualità ambientale.

“Il ritrovamento di questa sorprendente e bellissima specie – spiega ancora Audisio – ci dimostra quanto ancora resti forse da scoprire tra i piccoli invertebrati delle nostre Alpi, anche in aree apparentemente ben studiate sotto il profilo zoologico. L’attenta protezione di questi fragili ecosistemi acquatici montani sarà poi essenziale per la conservazione di questo rarissimo coleottero endemico”.

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